mercoledì 19 marzo 2014

Il museo racconta


Clarissa Charlots, di 21 anni, da tre anni completamente paralizzata, il 24 maggio 1846 guarì istantaneamente al passaggio, in via Siam, della statua di Notre Dame de la Garde. Lo racconta un bel quadro dipinto come ex-voto e conservato nel nuovo museo di Notre Dame de la Garde, che narra la storia affascinante del santuario di Notre Dame de la Garde. Sabato vi ero andato per pregare, oggi per accompagnare il gruppo internazionale per il quale sto lavorano in questi giorni.
Mi sono preso il tempo per visitare questo nuovo museo preparato con molta cura e gusto. Oggetti, stampe, quadri, ma anche video, foto raccontano gli 800 anni del santuario, andando ancora più indietro, fino alle prime menzioni del sito: un’epopea di architetture, strategia militare, devozione popolare... La narrazione giunge fino alla Liberazione della Francia dall’occupazione nazista e alla festa che ne seguì attorno alla Madonna della Guardia,  dove si era combattuto aspramente. Le testimonianze continuano fino all’oggi.

Naturalmente sono stato attratto da immagini e ricordi del tempo di sant’Eugenio: la processione attraverso la città con la statua della Madonna in occasione della prima peste da lui vissuta a Marsiglia; l’accoglienza che dovette riservare all’imperatore Napoleone III in visita al santuario; la pittura dell’antica cappella prima della demolizione, nel 1855, per permettere la costruzione del grande santuario; l’ultima immagine dei lavori che egli vide prima della sua morte, nel 1861…
Nel suo testamento sant'Eugenio poteva ben scrivere: “Invoco l’intercessione della Santissima e Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, osando ricordarle con tutta umiltà, ma con consolazione, la dedizione filiale di tutta la mia vita e il desiderio che ho sempre avuto di farla conoscere e amare e di propagare il suo culto in tutti i luoghi, attraverso il ministero di coloro che la Chiesa mi ha dato come figli e che si sono associati ai miei disegni”.

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