Questa sera la prima presentazione
del libro di apa Pafnunzio.
La “prima” è sempre un momento
importante! È stata accompagnata da cantucci di Prato e vin santo.
Il pubblico? Numeroso e di una
decina di nazionalità! La mia comunità.
Tra l’altro ho letto il primo “detto”
di apa Pafnunzio:
LA NUDITA' DEL DESERTO
LA NUDITA' DEL DESERTO
N
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on era il deserto dalle dune di
sabbia d’oro plasmate dal soffio del vento. Era un deserto duro, sassoso,
d’un’altra austera bellezza, con rocce che sfumavano dal rosa pallido al verde
azzurro, al rosso, al nero cupo.
Deserto, perché landa scarsamente abitata, inospitale.
Per uomini dalla rude tempra come apa Pafnunzio era luogo
ideale per il lungo cammino dell’ascesi.
Arida e spoglia, senza beni né comodità, quella lontana
regione non consentiva distrazione alcuna, invitava piuttosto a una separazione
progressiva e radicale da ogni attaccamento, per centrarsi su ciò che rimane.
Tutto vi era messo a tacere, perché una voce soltanto potesse essere udita e
riconosciuta.
Terra privilegiata per la lotta con Satana che faceva
emergere le falsità e gli idoli bugiardi che albergano nel cuore umano. Niente
più v’era dietro cui potersi nascondere. Ogni anacoreta si ritrovava nudo
davanti a se stesso e davanti al Dio vero ed unico. Tentazione e prova lo
conducevano alla vera conoscenza di chi egli fosse e di chi fosse Dio.
Luogo di morte dell’uomo vecchio, faceva riaffiorare
l’immagine e la somiglianza di Dio, la vera identità dell’uomo nuovo.
Una sola parola udivano quelle rocce:
Conoscere me, conoscere Te.
Io sono nulla, Tu sei tutto.
Sei Tu, Signore, l’unico mio bene.
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