Il palazzo di Bonifacio VIII ad Anagni, costruito tra il 1100 e il 1200, è
uno dei più celebri tesori della città. Le sue stanze solenni, con gli
affreschi delle oche e delle scacchiere, hanno visto storie memorabili. La più
nota l’oltraggio al papa da parte dei francesi e dei Colonna, lo “schiaffo”,
morale o fisico che fosse. Era la risposta di Filippo il Bello all’ultima e più
categorica pretesa di superiorità del papato sull’impero, affermata da Bonifacio
VIII nella bolla Unam sanctam. Quel
fatto, oltre a procurare al papa un trauma che lo portò presto alla morte,
segnò la fine di un’èra e il lontano inizio della Riforma. Bonifacio VIII fu,
come lo definisce Montin, “l’ultimo eroe di una battaglia ormai irrimediabilmente
perduta”.
In questi giorni ho visto su You Tube un video ripreso con l’iPhone con il saluto di papa Francesco ad un congresso di Pentecostali in USA, un insieme di gruppi spesso neppure riconosciuti dal Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra:
A registrare, il vescovo Tony
Palmer, durante un colloquio a Santa Marta. Una registrazione chiesta proprio
dal papa per mandare un appello per l'unità dei cristiani. Inizia con: “Voglio
parlare la lingua del cuore”. “Vi parlo come un fratello con gioia e nostalgia”
per l'unità dei cristiani. “Dobbiamo trovarci come fratelli, dobbiamo piangere
insieme, il pianto che unisce”. “Il miracolo dell'unità è cominciato”.
“Siamo fratelli e ci diamo
spiritualmente questo abbraccio e lasciamo che il Signore finisca l'opera che
ha cominciato, perché questo è un miracolo”.
Al termine chiede la benedizione e
dona la sua benedizione.Da Bonifacio VIII a papa Francesco la Chiesa ne ha fatta di strada…
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