La tomba di Maria Cristina di Savoia |
Nel mio ultimo viaggio a
Napoli ho visitato la tomba della principessa Maria Cristina di Savoia, nella
basilica di Santa Chiara. In questi giorni, il 25 gennaio 2014, in questa
chiesa, il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei Santi l’ha
proclamato beata. Nacque a Cagliari da Vittorio Emanuele I e da Maria Teresa
d’Austria Este, in esilio, il 14 novembre 1812. Era il periodo napoleonico in
cui Stati e sovrani erano rimescolati come foglie al vento. Dopo la sconfitta
di Napoleone, Vittorio Emanuele I poté lasciare Cagliari e rientrare a Torino.
L’anno seguente, 1815, richiamò dalla Sardegna anche la moglie e le quattro
figlie: Maria Beatrice, Maria Teresa, Marianna e Maria Cristina. A Torino la
bambina venne educata dalla mamma, molto pia, e dal cappellano di corte, P. G.
Battista Terzi. La giovane principessa
dedicava molto tempo alla preghiera e alla sua istruzione religiosa, insieme
alla cultura adatta alla sua condizione.
Nel 1825 Maria Cristina fu a
Roma per il giubileo: visitò chiese, luoghi sacri e vide più volte papa Leone
XII. Vari furono gli episodi di devozione religiosa e di umiltà che crearono
intorno a lei un alone quasi leggendario. Dopo sei mesi rientrò a Genova, poi
fu di nuovo a Roma a fine anno, e fino a metà del 1826. Fu proprio in
quell’anno che Eugenio de Mazenod, a Roma per l’approvazione delle Regole, la
vide.
In questi giorni sono tornato
nella chiesa di san Silvestro al Quirinale dove sant’Eugenio abitava durante i
suoi soggiorni romani, e dove vive la regina e la principessa, come scrive nel
diario:
San Silvestro al Quirinale |
La Regina di Sardegna e le sue figlie sono venute a sentire le
istruzioni nella galleria della nostra chiesa. Queste istruzioni devono ruotare
attorno al sacramento della penitenza, per preparare i fedeli alla dignità
Pasqua. (Diario, 5 marzo, 1826). In serata, ho frequentato il catechismo nella
chiesa della casa dove vivo. La Regina di Sardegna e le sue due figlie, che
soggiornano al Palazzo del Quirinale, vengono ad assistervi regolarmente.
Questo esercizio, ripetuto in trenta chiese di Roma per otto giorni
consecutivi, deve essere molto utili ai fedeli che vi accorrono in folla. La
nostra missione oggi ha fatto il suo catechismo sui peccati di scandalo. I
Vincenziani fare lo stesso esercizio ogni giorno nelle loro missioni. (Diario,
7 marzo 1826)
Al momento dell’abdicazione
di Vittorio Emanuele I, in mancanza di un discendete maschio, il regno era
andato al cugino Carlo Alberto. Il giorno successivo alla morte della madre,
avvenuta a Genova, giunse perentorio a Maria
Cristina l’ordine di trasferirsi immediatamente a Torino. Carlo Alberto temeva,
infatti, che ella potesse sottrarsi all’impegno delle nozze, necessarie per
consolidare i rapporti con il Regno delle Due Sicilie. Data in sposa a
Ferdinando I, re delle Due Sicilie, restò incinta nel 1835. L’erede al trono,
il futuro Francesco II, nacque il 16 gennaio 1836. Poco più che ventitreenne,
Maria Cristina morì a Napoli il 31 gennaio 1836 per le complicazioni
sopravvenute.
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