Mi sono
centellinato con gusto il romanzo di Paolo di Paolo, Mandami tanta vita. Una
scrittura leggera come il paracadute della copertina, perfetta, una storia
credibile e insieme fantasiosa, una esplosione di vita e insieme il tormento
del vivere, un piccolo gioiello.
Ricopio
una sola pagina, quella che dà il titolo al libro, nella quale si evoca la
magia delle lettere (quelle di una volta, che ora non ci sono più, scritte
sulla carta, con l’indirizzo e il francobollo). La lettera di Piero Gobetti
alla moglie Ada:
Prende la carta, e
scrive, numera la lettera, si sforza di pensare in francese. Ma petite chérie. Ho ricevuto ieri la tua
lettera del 3-4. Per un istante vede la loro storia d'amore come un lunghissimo
corridoio fatto di carta. Le pareti sono fatte di lettere, buste, biglietti,
cartoline, lasciano filtrare una luce tenue, giallina. Pagine scritte a penna,
battute a macchina (ecco, avrebbe bisogno di una macchina per scrivere,
vorrebbe chiederla a Olivetti), pezzi di carta imbucati a mano, o inviati da
lontano: a volte portavano il profumo di lei fino a San Bernardino di Trana,
fino a Firenze o a Roma. Lettere che sono state attese, lettere arrivate tardi,
lettere mai arrivate. Appena mi sveglio, tu con il pensiero mi accompagni
all'ufficio postale. In certi paesi di villeggiatura non si trovano francobolli.
I timbri sopra le buste
sono un linguaggio a sé, la carta viaggia, prende i treni, vola, fa le sue
tappe. C'erano segni lunghi come code di stelle comete e c'erano indicazioni
che dicevano FRAGILE, perché i sentimenti purtroppo lo sono; oppure PRIORITÉ,
perché a volte si vuole affrettare il tempo, anche se il tempo ha già di suo
molta fretta. Quando si sta tre giorni senza qualcuno, una lettera che arriva è
una gioia del cuore. Adesso che l'impiegato batte forte il timbro
sull'affrancatura,vorrebbe dirgli Mi scusi, devo fermarla, avrei una frase da
aggiungere, è una frase che mi è tornata in mente adesso, l'ho scritta una volta
sola, è passato qualche anno, ma l'ho pensata spesso, l'ho pensata sempre, era
per la mia fidanzata, che adesso è mia moglie e la madre di mio figlio, se ricordo
bene diceva così: Una lettera di Didì è la vita sai? Quindi mandami tanta vita.
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