giovedì 31 ottobre 2024

Tutti i Santi o Tutti Santi?

“Tutti i Santi”. Sì, perché non basta il calendario a contenerli tutti. Quanti sono i santi? Qualcuno li ha contati? Sarebbe come contare le stelle del cielo.

E se provassimo a togliere l’articolo “i”? Verrebbe “Tutti Santi”: un imperativo, un esortativo… forse anche una costatazione. “Tutti Santi”: un desiderio crescente di santità. 

Sant’Eugenio (c’è anche lui nella festa di Tutti i Santi!) ha desiderata la santità per sé e per tutti coloro ai quali era rivolto il suo ministero: voleva condurre le persone ad «essere prima ragionevoli, poi cristiani e infine aiutarli a diventare santi» (cf. Prefazione alla Regola). L’ha desiderata per gli Oblati, che supplicava: «In nome di Dio, siamo santi» (18 febbraio 1826). Ha creato la comunità come un luogo di santificazione, ha abbracciato la vita religiosa come mezzo efficace di santificazione, ha scelto la missione come ministero nel quale santificarsi e santificare, ha compreso e costantemente sottolineato l’intrinseco legame tra santità e missione, ha vissuto in modo da raggiungere la santità.

È l’appello di Chiara: santi insieme, santità di popolo, le sei “s” della santità: “sarà santo se sono santo subito”. «Non annacquiamo il Vangelo, non annacquiamo l’Ideale» (14 aprile 1970).

È l’appello di papa Francesco in apertura a Gaudete ed esultate: «Il Signore… ci vuole santi e non si aspetta che ci accontentiamo di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente» (n. 1). Vuole «far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità» (n. 2). Spera che «tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità» (n. 177). 

In unità con Tutti i Santi, per essere Tutti Santi.

 

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