venerdì 18 ottobre 2024

La preghiera nel Vangelo di Luca

Anche oggi il nostro ritiro sulla preghiera è accompagnato dalla liturgia che ci propone la festa di san Luca il cui vangelo è proprio un vangelo della preghiera.

il verbo greco specifico che Luca usa di più (proseukomai = pregare) ricorre ben 35 volte nella sua opera, 19 volte nel Vangelo e 16 volte negli Atti, più di tutti gli scritti del Nuovo Testamento. Il sostantivo proseuké = preghiera, ricorre 12 volte.

Luca mostra Gesù in costante preghiera. Al battesimo al Giordano, «Mentre era in preghiera, lo Spirito scese su di lui» (3,21). Prima della scelta dei Dodici passò tutta la notte in preghiera (6,12-13). Prega prima della professione di fede di Pietro, quando domanda: «Ma chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?» (9,18-22). Prega prima della trasfigurazione: si ritirò sul monte «a pregare» (Lc 9,28-36). Quando i discepoli tornano esultanti dal ministero, di nuovo Gesù prega (10,21-22); lo fa anche prima di insegnare il “Padre Nostro” (11,1). Pregare per sostenere la fede di Pietro prima della passione: «Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (22,32). Durante la crocifissione prega per i crocifissori (23,24); prega al momento della morte: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (23,46).

E ci insegna a pregare: “Padre…”.

Belle le parabole per spiegare «la necessità di pregare sempre, senza stancarsi» (Lc 18,1): l’amico importuno, il giudice iniquo… Insegna anche come pregare: come il pubblicano che in fondo ripete: “Pietà di me, perché sono un peccatore…”.

La più antica immagine di Luca ce l’abbiamo a Roma! Si trova nella catacomba di Commodilla sulla via Ostiense. L’affresco, del VII secolo su una parete della basilica ipogea del cimitero cristiano, raffigura un uomo con la veste bianca, nelle mani il rotolo della Scrittura e un piccolo tascapane di cuoio, una specie di portastrumenti, quelli di un medico, professione che gli viene tradizionalmente attribuita («il caro medico» lo definisce Paolo).

Ha gli occhi grandi e mansueti, il volto incorniciato da una tenue e candida barba. La didascalia nella parte inferiore dell’affresco dice il suo nome.

Ben diversa la pittura sull’altare maggiore della chiesa barocca dei Santi Luca e Martina nel Foro Romano. Una tela seicentesca di Pietro da Cortona, copia di un dipinto attribuito a Raffaello. Luca è il pittore al centro della scena colto nell’atto di ritrarre Maria, in posa, con in braccio Gesù. Una scena più anacronistica di così è impossibile, ma dice che Luca, con il Vangelo dell’infanzia, ha proprio “ritratto” Maria.

Vangelo della preghiera, di Maria… e non dimentichiamo che è anche il Vangelo della misericordia, grazie soprattutto alle parabole della pecora smarrita e del padre dei due figli… 

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