Sto
preparando una relazione su Mons. Maturino Blanchet che dovrò tenere ad Aosta
in occasione della celebrazione per i 50 anni dalla sua morte.
Tra
l’altro mi sono letto 82 lettere che questo vescovo oblato ha scritto al
Superiore generale, p. Léo Deschâtelets. (Nella foto i due a San Giorgio in
occasione dell’80° di mons. Blanchet. Come si dice... c'ero anch'io!)
Sono
lettere molto interessati nelle quali il vescovo parla della congregazione, della diocesi, dei problemi della Chiesa, ma anche del clima, soprattutto della neve, del bel tempo di primavera, delle sue visite ai luoghi di montagna... Gli
parla naturalmente del Concilio a cui prende parte e dove non avverte
quella «atmosfera calda e cordiale della casa generalizia» dove è alloggiato.
Tutte le volte che va in via Aurelia trova un luogo di riposo per l’anima e il
corpo. Ha anche la confidenza di chiedergli un calice per il proprio seminario
«che è proprio povero». Da parte sua, per ringraziarlo di una visita che il superiore generale fa ad
Aosta, gli gli manda una fontina di 10 chili, premurandosi di suggerire
che «conviene tenerla al fresco e una volta la settimana passare sulla crosta
un panno bagnato nell’acqua tepida».
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