sabato 2 aprile 2022

Perché soltanto la donna?

Perché trascinano con sé soltanto la donna? E l’uomo? Non ha commesso adulterio anche lui? Perché per lei la lapidazione e per lui l’impunità? Colpevole è sempre il più debole. Oggi come allora. Dov’è la parità tra uomo e donna, la comune dignità? Riesce mai una donna aggredita o violata o tradita a trovare giustizia davanti a un tribunale? E il malcostume non è sempre dovuto alla donna di strada e mai ai suoi clienti? Lei sola umiliata, insultata, arrestata...

Forse è per questo che ti distanzi dagli accusatori ferventi e fanatici, senza prenderli neppure in considerazione. Incurante delle accuse, della loro stessa presenza, prosegui imperterrito nello scrivere per terra, con gesto indifferente. Si vede subito da che parte stai. Ti metti sempre dalla parte del povero, del debole, della vittima, del perdente. E vorresti che anche il prepotente, il sicuro di sé, l’arrogante che si ritiene nel giusto, si rendesse conto della sua colpevolezza e della sua miseria. Chi può presumere di avere il diritto di condannare, chi può scagliare le prima pietra?

Tu la pietra l’avresti potuto scagliare, ma non è da te.

Quanto sei rimasto da solo, a tu per tu con lei, avresti potuto redarguirla, farle comprendere il male compiuto. Avresti potuto farle notare che l’avevi salvata dal linciaggio. Niente. Una domanda soltanto: «Nessuno ti ha condannato?». E un verdetto inappellabile: «Neanch’io ti condanno».

Sei la misericordia e il perdono. Lo sei con squisita signorilità, senza far pesare il gesto d’amore, senza umiliare.

E insegni anche a noi lo stile dell’amore e del perdono.

Ma il tuo perdono non è gratuito. Non va confuso con un generico “buonismo”. Non è paternalismo, il tuo. È una misericordia esigente, quella che tu doni. Altrove nel Vangelo chiedi di perdonare, in cambio del perdono ricevuto. Oggi domandi la conversione. Il peccato è rimesso, ma «d’ora in poi non peccare più».

Non è uno scherzo, il tuo perdono: ti costa la vita. Siamo stati riscattati con il tuo sangue prezioso, ricorda Pietro nella sua prima lettera. Non è uno scherzo neppure essere perdonati: anche a noi domanda la vita, una via nuova: «non peccare più».

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