Egli aveva la tendenza a
sognare e guardare dentro di sé. Perciò lo ritenevamo piuttosto cretino. (…) anche
al processo, egli sembrava un deficiente. Appena se ne sparse la voce, l’aula
cominciò a essere affollata di gente elegante, desiderosa di divertirsi. (…) Durante
l’interrogatorio egli guardava fisso qualcosa sulla parete, al di sopra del
presidente. “Cosa guardate?” gli gridò il presidente. “Gesù in croce” gli
rispose Luca; “non è permesso?” “Dovete guardare in faccia chi vi parla” gridò
il presidente. “Scusate” replicò Luca “ma anche Lui mi parla; perché non lo
fate tacere?”
Alla fine del dibattimento,
come d’uso, il presidente chiese all’imputato se avesse da dire qualcosa, prima
che i giurati si ritirassero in camera di consiglio. Luca mosse lievemente le
labbra. “Più forte” gridò il presidente. Ma Luca arrossì e lo guardò imbarazzato.
“Cosa avete detto?” insisté il presidente. “Che Iddio vi perdoni” disse Luca.
(Ignazio Silone, Il segreto
di Luca)
Nessun commento:
Posta un commento