venerdì 22 aprile 2022

Il segno dei chiodi e della lancia

Andasti dai tuoi discepoli o eri già lì? Non sei più condizionato da tempo e da spazio. Tu Sei! Sono loro che non ti vedevano, ma tu eri lì. Non di passaggio. Ti fermasti in mezzo a loro. Non una presenza fugace, un ricordo, un incantesimo, un fuoco fatuo.

Ti fermi e resti con noi, per sempre, La tua presenza dà consistenza alla Chiesa, è la sua natura. Rimani stabilmente con noi, anche quando non ti vediamo. Noi possiamo smarrirti, sentirci soli, nel vuoto. Tu ci sei sempre, vivo, presente. Tu Sei, tu Stai. Sono gli occhi nostri che fanno difetto. Ma tu ci sei: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». La risurrezione ti ha liberato dai limiti angusti del tempo e dello spazio, ma ha lasciato i segni del tuo amore.

Non nascondi con vergogna le tue piaghe. Le mostri come il segno del tuo amore, l’amore più grande, che ha saputo dare la vita per gli amici. Il segno della tua amicizia. Infondi gioia nei discepoli perché si sentono amati, nel vedere le piaghe.

Anche Tommaso non vuole vedere te, vuole vedere il segno dei chiodi, il segno della lancia, il segno del tuo immenso amore per lui. Soltanto alla vista delle tue piaghe sgorga la più alta professione di fede di tutta la Scrittura: «Mio Signore e mio Dio!». Se Dio è Amore, hai un solo modo per mostrarti Dio: mostrare un amore da Dio! Le tue piaghe lo rivelano.

In cosa credettero gli apostoli? In cosa credette Tommaso? Nel tuo amore; un amore più grande della morte, che la risurrezione ha reso vivo e operante in mezzo a noi.

Anch’io risorgerò con le mie ferite? Le mostrerò con gloria e saranno per gli altri causa di gioia? Forse sì, se in esse imparerò a scorgere le tue, se le trasformerò in amore: un inno di lode alla tua misericordia, al tuo amore.

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