Ho partecipato al convegno tenutosi a Firenze sul
Vaticano II e il carisma dell’unità di Chiara Lubich. Sono già apparsi
autorevoli positivi commenti. A me, al di là dei contenuti di valore, presentati da teologi di valore, hanno colpito la circostanza e il contesto.
La circostanza: in un momento in cui la persona di Chiara
viene messa in questione emerge in tutta la bellezza della sua esperienza e la
sua grande portata ecclesiale. La celebrazione del convegno in questo momento
(o avevamo penato nel 2016!) non è stata una scelta intenzionale, ma
provvidenziale.
Il contesto. Mi è sembrato la continuazione del convegno “Oltre
il Novecento”, celebrato l’anno scorso alla Biblioteca nazionale di Roma, di
cui sono appena usciti gli Atti in una prestigiosa edizione. Quel convegno collocava
Chiara in un ambito storico-spirituale. Questo in un ambito più preciso,
teologico. Risalta così ancora di più la purezza dell’Ideale dell’unità e la
consonanza profonda con il cammino della Chiesa. Si vede come lo Spirito Santo agisce
su fronti diversi per una comune convergenza.
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