Si ispira un po’ all’ultima preghiera di Gesù: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23, 44). Dopo tanti anni è nata una confidenza profonda con il Signore, ci si può affidare con fiducia nelle sue braccia, come un bambino in quelle della mamma. Si ritrova infatti una “infanzia” nuova, fatta di semplicità nel rapporto con Dio. Chiara Lubich, negli ultimi anni della vita, quando passava davanti alla cappella, diceva semplicemente: «Ciao, Gesù».
A
volte la stanchezza, l’indebolimento, la malattia, non consentono più una preghiera
meditativa, discorsiva, prolungata. Subentra allora quella fatta di poche
parole, usando formule antiche o trovandone delle nuove. L’ultima preghiera della
Chiesa, al termine del libro dell’Apocalisse, è forse quella che più gli si
addice: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta, ripeta, “Vieni!”.
[…] “Sì, vengo presto!”. Amen. Vieni, Signore Gesù» (22, 17.20)
In
questa stagione della vita si accentua anche la preghiera di intercessione
perché l’anziano vive soprattutto per gli altri, i figli grandi, i nipoti, le
nuove generazioni che si susseguono e continuano un cammino che essi hanno già
percorso. Conosce le prove della vita e sa che occorre sempre l’aiuto di Dio.
Per questo prega per il mondo intero, per la Chiesa, per le necessità di chi
gli sta vicino… Non vive più per se stesso, ma per gli altri, un po’ come Gesù.
Grazie p Fabio... che bella la tua foto con la mamma e quello che dici, mi ci rispecchio e mi alleno da tempo...
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