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La conversione di sant'Eugenio
nel Venerdì santo del 1807 |
Aix, 8
febbraio 1816
Il nostro
ritiro oggi ha toccato uno dei momenti più alti: è giunta l’autorizzazione ad
erigere, nella nostra chiesa di San Vincenzo de Paoli, detta della Missione, la
Congregazione del Sacro Cuore di Gesù, aggregata alla pia unione del Sacro
Cuore eretta a Roma nella chiesa di Santa Maria della Pigna, detta in Capella.
Appena
eretta l’associazione noi sei missionari, per primi, abbiamo recitato la
preghiera di rito. Le ultime parole mi hanno particolarmente toccato: “O mio
Gesù, raccogli nel tuo Cuore tutti gli associati a questa pia unione, così che
ardano del tuo divino amore compiendo in modo perfetto i tuoi divini precetti e
i doveri del proprio stato”.
È dal tempo
del mio esilio a Venezia, quando avevo ancora 14 anni, che ho imparato da don
Bartolo Zinelli, ad amare in modo particolare il Cuore di Gesù, dal quale mi
sono sempre sentito amato. Allora, con l’ingenuità e la purezza di un ragazzo,
annotai nel mio quaderno: “Unirò le mie deboli adorazioni a quelle dei Sacri
Cuori di Gesù e di Maria, degli Angeli e dei Santi… Bacerò con rispetto il mio
crocifisso sulla Piaga del Cuore”. (Dal diario di Sant’Eugenio
de Mazenod, libera ricostruzione)
Su richiesta
di p. J.-B. Lemius, superiore dei cappellani di Montmartre, e del p. Cassien
Augier, superiore generale, il papa Leone XIII, con decreto del 19 maggio 1900,
affidò agli Oblati la missione di diffondere lo scapolare del Sacro Cuore come
“simbolo dell’Amore redentore”.
In quella
occasione il superiore generale scrisse agli Oblati:
Esso ci costituisce ufficialmente Apostoli del
Sacro Cuore, araldi del suo amore, unitamente all’amore e alla misericordia di
Maria. [...] Missione particolarmente feconda per noi stessi, per la
Congregazione e per le anime a cui siamo inviati, dandoci un diritto speciale alle
innumerevoli grazie promesse dal Signore a coloro che lavorano per far
conoscere e amare il Sacro Cuore. [...] Missione, infine, mirabilmente coerente
con lo spirito della Congregazione; spiega e corona tutta una serie di fatti,
che non esitiamo a chiamare provvidenziali. Non è da oggi, infatti, che
l’albero benedetto della devozione al Sacro Cuore di Gesù è stato piantato
nella nostra famiglia religiosa. Lo è stato fin dal principio; sarebbe più
esatto dire che la Congregazione è stata fondata e piantata nel Cuore divino.
[...].
Lo spirito del Padre è passato ai figli come
preziosa eredità. Possiamo dire che oltre al culto di Maria, con il suo nome e
i numerosi santuari, niente era più caro alla pietà dei figli di mons. de
Mazenod dell’amore al Sacro Cuore di Gesù. Amore che è andato crescendo dal
giorno in cui la fiducia del venerato Cardinale Arcivescovo di Parigi, mons.
Guibert, ci ha chiamati ad essere i custodi del più bel santuario che la
riconoscenza, il pentimento e l’amore hanno elevato all’adorabile Cuore di
Gesù. Con Montmartre, la nostra missione di apostoli del Sacro Cuore si è resa
più evidente; è diventata pubblica. Con lo Scapolare del Sacro Cuore è stata
riconosciuta dalla Chiesa stessa; diventa ufficiale. Affidandoci il nuovo
Scapolare, Leone XIII ci investe formalmente del compito speciale di predicare
la devozione al Sacro Cuore, di cui lo Scapolare è simbolo. [...]
Sarete Apostoli del Sacro Cuore di Gesù. Non
contenti di studiarlo e amarlo, lo farete conoscere e amare intorno a voi. Ne parlerete
ai fedeli, soprattutto ai sacerdoti, i quali, a loro volta, effonderanno sul
loro gregge luce e fuoco che hanno ricevuto da voi. Potrete mostrare loro il
posto unico che, secondo i disegni di Dio, la devozione al Sacro Cuore di Gesù
deve ora occupare nella Chiesa. (Circolare n. 73, 27
agosto 1900, Circulaires administratives,
2, p. 437-440)
Tra gli Oblati non sono mancati grandi apostoli del Sacro Cuore, come p. Alfred Jean-Baptiste
Yenveux, per 30 anni cappellano di Montmartre: ha pubblicato un’opera in cinque
volumi sulla dottrina del Sacro Cuore intitolata Il Regno del Cuore di Gesù. Anche p. Jean-Baptiste Lémius,
superiore di Montmartre ha scritto molto su questo argomento, così come p.
Félix Anizan. Dobbiamo poi ricordare il servo di Dio p. Victor Lelièvre,
che aveva sempre il Sacro Cuore “sulle labbra e nel cuore”, e il venerabile
mons. Ovidio Charlebois.
Possiamo concludere con le parole di p. Deschâtelets:
«Gli Oblati amano Gesù Cristo, nostro Redentore, nostro Salvatore. Amare Gesù è
amare l’amore stesso. È amare l’amore di Dio per l’umanità. [...] L’Oblato ama
Gesù in modo tale da attuare il per Ipsum,
cum Ipso et in Ipso della Messa
quotidiana. Questo amore chiede all’Oblato di dedicarsi interamente al servizio
di Gesù nel vero spirito di adorazione ed espiazione per i peccati del mondo
...» (L. Deschâtelets, Oblate
spirituality, « Études Oblates » 8 [1949] 158).
* * *
Il manuale La preghiera oblata del 1986 non riporta più la preghiera di Consacrazione al Sacro Cuore che si recitava fin dall’inizio
della Congregazione e neppure l’Atto di
consacrazione degli Oblati al Sacro Cuore. (Non vi è più neppure la terza
preghiera, l’Atto di riparazione, che
compariva fin dal primo opuscolo pubblicato dal Fondatore nel 1820 e rimasto
fino al manuale del 1958).
Nell’edizione italiana del 1986 compare
invece un’altra preghiera intitolata “Consacrazione al Sacro Cuore”, scritta con
molta probabilità da p. Gaetano Liuzzo, omi (appare infatti nel libro di preghiere delle COMI del 1959):
Cuore sacratissimo di
Gesù,
unico Figlio del
Padre e di Maria Immacolata, madre nostra,
col cuore pieno di
riconoscenza per gli innumerevoli benefici ricevuti,
noi – Missionari
Oblati di Maria Immacolata –
ti rinnoviamo la
consacrazione della nostra Famiglia Oblata:
al tuo onore e al tuo
servizio votiamo per sempre le nostre persone, le nostre opere e, in
particolare, la nostra comunità.
Cuore di Gesù, ricco
per quanti ti invocano con fede,
riempici del tuo
spirito di santità,
rendici sempre
disponibili al tuo amore
e alla vocazione che
ci hai dato.
Infondi nei nostri
cuori la carità ardente e generosa
– testamento del
nostro Santo Fondatore –
che faccia di noi una
vera famiglia
«con un sol cuore e
un’anima sola»,
come Tu sei Uno col
Padre e con lo Spirito Santo.
Donaci la carità
universale e lo zelo instancabile del Santo Eugenio
che ci renda in ogni
parte del mondo autentici missionari:
umili servitori della
tua Chiesa,
fedeli annunziatori
del tuo amore e testimoni della tua risurrezione,
con la vita, con la
parola e con tutti i mezzi,
come tuoi cooperatori
a lode della tua gloria
e per la salvezza
delle anime più abbandonate.
Cuore di Gesù, sorgente
di ogni vita e di ogni bene,
colmaci dei tuoi
doni,
potenzia le nostre
energie,
benedici e moltiplica
le nuove vocazioni
affinché questa tua
famiglia
– che vuol vivere ed
operare solo con Te, in Te e per Te –
continui dovunque la
tua missione di Salvatore e Redentore di tutti gli uomini.
Accogli questa nostra
consacrazione e le nostre preghiere:
le affidiamo alle
mani e al cuore di Maria Immacolata,
a gloria del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.