Ho cominciato da circa un anno a seguire il suo Blog ed è un
tocca-sana per la mia anima.
Oggi dentro di me sono in una crisi esistenziale e di fede.
Partecipo ai riti liturgici, dico alcune preghiere devozionali,
leggo la Parola, ma questo Dio dov’è? Ho perso proprio di vista il Signore
Gesù, non so vivere una vita di fede.
Nell’involucro sono una cattolica ma nella sostanza sono una
smarrita di cuore.
Nelle comunità cristiane che ho approcciato vivo un grande vuoto,
non trovo Colui che sto cercando. Non so più scegliere il Signore. Non so
dove cercarlo!
Così mi scrive una
lettrice.
È un grido che mi
giunge in contemporanea con un altro grido che si leva dal Vangelo della
seconda domenica dopo Pasqua: “Se non vedo non credo…”.
Tommaso non crede agli
altri apostoli che gli dicono: «Abbiamo visto il Signore!» (Gv 29, 24). Non
basta la testimonianza di chi l’ha visto per giungere alla fede. Gli apostoli stessi
non avevano creduto a Maria di Magdala che gridava: «Ho visto il Signore!» (Gv
20, 18). Secondo Marco i discepoli non credono neppure ai due di Emmaus (16,
12)
Non si
può fare esperienza del Signore Risorto per interposta persona. La testimonianza
altrui può portare alla soglia delle fede, occorre poi l’adesione personale, lo
slancio dell’amore che accoglie e si lascia penetrare dalla Verità.
Occorre
sempre un’esperienza diretta, personale, di Gesù. Soltanto da questa scaturisce
la fede, il riconoscimento, la proclamazione: «Mio Signore, mio Dio» (Gv 20, 28).
“Questo
Dio dov’è?” mi chiede la lettrice, “Non so dove cercarlo”.
Cosa
posso rispondere, io? Neppure gli apostoli sapevano cosa rispondere alle
domande di Tommaso.
Occorse
attendere una settimana, finché la risposta venne dal Signore stesso, l’unico
che poteva rispondere.
Fu
certamente una settimana lunga, nella quale Tommaso continuava a ripetere: “Dov’è questo
Dio di cui mi parlare? Non so dove cercarlo”.
Fu una
settimana lunga anche per gli apostoli impotenti a rispondere, come lo sono io.
Ma dopo
una settimana, quando Gesù venne di nuovo in mezzo ai discepoli, «c’era con
loro anche Tommaso».
Non l’avevano
cacciato via perché incredulo.
Non se n’era
andato perché non sapevano cosa rispondere.
Erano
ancora insieme.
Forse il
segreto sta proprio qui, nel rimanere insieme, anche nell’incomprensione. Rimanere
insieme perché, se è vero che Gesù si rivolge ad ognuno personalmente e ognuno
personalmente è chiamato alla sua scelta, è anche vero che egli “viene e sta in
mezzo” e da lì rispondere.
Così
come aveva fatto con i due di Emmaus, così come farà sul lago con i sette discepoli…
“Questo
Dio dov’è?”. È in mezzo a quanti sono uniti nel suo nome.
Anche se
“nelle
comunità cristiane che ho approcciato vivo un grande vuoto e non trovo Colui
che sto cercando”?
Hai ragione: che
tristezza le nostre comunità vuote…
Mi accorgo
che neanche questa è la risposta risolutiva…
“Questo
Dio dov’è?”.
Ripenso ad
un’altra persona che, come Tommaso, ha gridato questo domanda, Maria di Magdala:
“Dov’è il mio Signore? Dove l’hanno portato?”.
Come
Tommaso neppure lei si rassegna a questa perdita e continua a cercare…
Cara
lettrice, non so come risponderò alla tua lettera. Forse qualche lettore, più
illuminato di me, ci aiuterà in questa ricerca.
Intanto
continuiamo a cercare insieme…
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