La
prima volta fu nel 1975, quando ero diacono. Lessi la Passione nella Basilica
di san Pietro, facendo la parte del cronista.
Oggi
il foglietto della San Paolo divideva la lettura tra C (cronista), + (Gesù), D
(discepoli e amici), A (altri), F (folla).
A me è toccata la parte D: dovevo
leggere le parole dei discepoli e degli amici di Gesù.
Dopo
la cattura di Gesù la mia parte è presto fatta, anche se umiliante: parlo tre
volte
- la
prima per rinnegare Gesù: “non lo conosco”
- la
seconda per rinnegare me stesso: “non sono uno dei discepoli”
- la
terza per rinnegare la verità: “non so quello che dice”.
Soprattutto
mi hanno impressionato le parole che ho dovuto dire in seguito, lungo il racconto della Passione, fino alla morte e sepoltura di Gesù: nessuna!
La mia parte di D era già terminata. Non
ho più dovuto leggere nessuna parola dei discepoli e degli amici di Gesù perché, lungo tutto il racconto della Passione secondo il Vangelo di Luca, non è
presente nessun discepolo o amico di Gesù. Tutti spariti. Che vergogna!
Abbiamo
lasciato Gesù da solo.
Proprio
nel momento in cui avrebbe avuto più bisogno di un amico accanto a sé.
È stata
questa la sua vera Passione.
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