mercoledì 3 aprile 2019

La grande letteratura, che rimane comunque



Oreste Paliotti, gran conoscitore di libri, me ne regala uno ogni volta che ci incontriamo.
L’ultima volta m’ha messo in mano Dalla venticinquesima ora all’eternità, di Costantin Virgil Gheorghiu. “Conosci l’autore?”, mi ha chiesto. Quando gli ho risposto di no è rimasto sorpreso. Avrei dovuto conoscerlo?

L’ho letto. Sul frontespizio porta scritto “romanzo”, ma a me è sembrato una poesia, un saggio di spiritualità ortodossa, un canto sul sacerdozio, un’ascensione mistica, uno squarcio sulla storia sublime e tragica del popolo rumeno…
È il ricordo commosso di un padre ben piantato in terra, grazie agli scarponi chiodati e all'amore per la gente del suo villaggio, e insieme spiritualizzato, già reso celeste.

Soltanto alla fine mi è riaffiorato un romanzo che avevo letto molti anni fa e che era completamente scomparso dal mio orizzonte, La ventiquattresima ora. Non ricordavo neppure l’autore: è proprio Costantin Virgil Gheorghiu. Era sparito, eppure c’era. Non ho visto il film tratto dal romanzo, con Anthony Queen, ma mi sono riaffiorate tante scene e tanti luoghi che mi figuravo a mano a mano che leggevo il libro. Era tutto sparito ed è riapparso vivissimo, in un lampo. Nascosto, ma c'era! Miracoli della letteratura.


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