Oreste
Paliotti, gran conoscitore di libri, me ne regala uno ogni volta che ci
incontriamo.
L’ultima
volta m’ha messo in mano Dalla
venticinquesima ora all’eternità, di Costantin Virgil Gheorghiu. “Conosci l’autore?”,
mi ha chiesto. Quando gli ho risposto di no è rimasto sorpreso. Avrei dovuto
conoscerlo?
L’ho
letto. Sul frontespizio porta scritto “romanzo”, ma a me è sembrato una poesia,
un saggio di spiritualità ortodossa, un canto sul sacerdozio, un’ascensione mistica,
uno squarcio sulla storia sublime e tragica del popolo rumeno…
È il
ricordo commosso di un padre ben piantato in terra, grazie agli scarponi
chiodati e all'amore per la gente del suo villaggio, e insieme spiritualizzato, già reso celeste.
Soltanto
alla fine mi è riaffiorato un romanzo che avevo letto molti anni fa e che era completamente
scomparso dal mio orizzonte, La ventiquattresima
ora. Non ricordavo neppure l’autore: è proprio Costantin Virgil Gheorghiu. Era
sparito, eppure c’era. Non ho visto il film tratto dal romanzo, con Anthony
Queen, ma mi sono riaffiorate tante scene e tanti luoghi che mi figuravo a mano
a mano che leggevo il libro. Era tutto sparito ed è riapparso vivissimo, in un lampo. Nascosto, ma c'era!
Miracoli della letteratura.
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