Il Notiziario dell’Istituto
Paolo VI è sempre ricco di sorprese, come l’ultimo, di giugno 2016, che riporta
un inedito sulla Misericordia, probabilmente del tempo nel quale Montini era alla Segreteria
di Stato.
Non
basta dire: Dio è Amore, Dio ha amato il mondo; bisogna aggiungere: Dio è
Misericordia, Dio ha amato un mondo colpevole. Non figli, non semplici
creature, ma ribelli, ma ingrati, ma perduti Suoi esseri ha amato. Esseri che
non erano degni, né utili, né piacevoli, né in sé, né a Lui buoni.
E
quelli più lontani e più miseri, quelli più avversi e più cattivi, quelli ha
amato.
Né
quest’amore è stato prodigioso solo in sé e per l’intima felicità di Dio; ma lo
è stato anche per gli esseri immeritevoli che ne sono l’oggetto inesplicabile. È stato un amore salvatore.
Dio
amando il peccatore dà esempio di somma indulgenza, salvandolo di pari
esigenza. Si piega sul male la misericordia, ma non perché resti tale e perché
sia vinta la giustizia, ma piuttosto perché la giustizia sia ricomposta nei
suoi diritti ed abbia la sua rivendicazione. Dio ama il cattivo non perché
tale, ma per fame un buono; e mentre spinge la tolleranza fino a cancellare le
conseguenze fatali del peccato, restaura l’assolutezza della legge morale
riconducendo in essa il peccatore.
Questo
singolare rapporto della misericordia con la giustizia è uno dei problemi più
profondi e più chiaramente risoluti dal cristianesimo. A nessuno vien nemmeno
fatto di pensare che la misericordia di Dio, annunciata come si deve, e svelata
nella sua sorgente e nel suo termine, ch’è l’Amore, sia corriva col male e
indebolisca la forza dell’imperativo morale; ma piuttosto è a tutti palese
ch’essa, ed essa sola, è capace di ricuperare il bene perduto, di ripagare nel
bene il male compiuto e di generare nuove forze di giustizia e di santità.
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