Il 24 luglio 1944 cinque Oblati, attivi nella
Resistenza, i padri Christian Gilbert e Albert
Lucien Joseph Piat, i fratelli Jean-Marie
Cluny e Joachim Nio, lo scolastico Lucien Perrier, furono uccisi dai soldati
tedeschi nello Scolasticato di La Brosse-Montceaux (Francia). Tutta la comunità
fu poi deportata nei campi di concentramento di Compiègne e Péronne.
Oggi
facciamo memoria di eroi nascosti, nell’ombra. Si tratta di religiosi uccisi da
nazisti furiosi, coscienti che stavano perdendo la partita e che la paura indusse
a una cieca repressione. È stato un crimine disperato. Hanno sparato sulla libertà.
Avevano paura della libertà. Sì, questi religiosi furono dei resistenti nell’ombra.
Volevano rimanere religiosi del silenzio. Non sognavano né sfilate vittoriose né
solenni decorazioni. Volevano solo essere custodi della pace, pane quotidiano
del loro ministero. Ma la tragedia di un paese schiavo, li ha costretti a
sacrificare la vita; hanno scelto di essere l’anello discreto di una catena, che
doveva salvaguardare la dignità umana nella sconfitta del razzismo e della violenza.
Raggiunta la liberazione, sognavano solo le missioni estere e la testimonianza
cristiana. Umilmente, come degli apostoli nell’ombra. Il sacrificio fa parte
della missione degli Apostoli, i cristiani lo sanno. Non c’è Chiesa senza
martiri.
È
difficile per noi, in questa pace estiva, condividere l’angoscia di uomini
umili e fedeli davanti all’insurrezione necessaria per guardare il cielo,
finalmente degni e liberi.
La
resistenza è molto più di una reazione difensiva, è l’affermazione di una
coscienza libera nella trascendenza. Sì, se il chicco di grano non cade in
terra, non c’è raccolto abbondante.
Ne
facciamo memoria, nella meditazione e nella preghiera, per dire oggi a chi
dimentica che il rischio e il sacrificio fanno parte della vita e sono spesso –
e sempre – il prezzo da pagare perché viva la libertà e sopravviva la speranza.
(Gérard Defois, arcivescovo di Sens, La Brosse Montceaux, 24 luglio 2014, In memoria dei caduti Oblati)
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