Insegna cose nuove, mai udite prima d’ora. Non ripete parole
consuete; parla con la forza e l’autorità di chi crea il pensiero e la realtà.
Marco, nel vangelo di questa domenica, non ci trasmette il contenuto
dell’insegnamento di Gesù. Per adesso gli interessa la sua persona, invitando a
volgere lo sguardo verso di lui.
Non fa sapere quanto ha detto quel
giorno nella sinagoga, ma ne mostra gli effetti riflessi sul volto dei
presenti, stupiti, presi da timore, tanto maestoso e potente egli si ergeva
davanti a loro.
Il suo parlare palesa la sua identità,
svela chi egli è: il Santo di Dio, vivente nel mistero della sua santità. La
forza della sua parola manifesta la sua potenza. Come nell’atto creativo, egli
dice e tutto è fatto: «Esci da lui», e il diavolo esce. La sua è parola che
opera, rende nuovi, liberi: distrugge il male e ricrea l’uomo nuovo.
penetrami con la tua parola,
con forza e potenza,
perché non possa resisterle.
Donami di accoglierla e viverla.
Stana con la sua verità
lo spirito immondo
che vive in me silenzioso e nascosto.
Usami violenza ed espelli ogni male,
Santo di Dio onnipotente e salvatore.
Portami nella tua novità di vita
e crea in me l’uomo nuovo,
il figlio di Dio,
capace di dialogo e di comunione
con Dio e con i fratelli,
così che con loro e in te
possa vivere alla presenza del Padre
e lodarlo in eterno
nell’amore dei Tre che tutti ci avvolge.
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