Ti so grande come Dio - fatta da lui tale per poterlo contenere -, alta fino al firmamento, con una maternità tale da abbracciare cielo e terra, angeli e santi, il creato intero, di cui hai la luna sotto i piedi e le stelle attorno al capo. Anch’io, secondo la profezia di Elisabetta, sento le generazioni proclamarti beata; ascolto le lodi che a te si sono levate lungo i secoli, e mi unisco al canto muto che grandi e piccoli t’hanno innalzato; ti vedo raffigurata dagli artisti ispirati dalla tua bellezza, e con loro ti raffiguro bella oltre ogni immaginazione.
Nello stesso tempo
il Vangelo ti ritrae donna bambina, intenta a giocare a fare da mamma con fasce
e pannolini, in un’umile stalla, con una mangiatoia per culla. Mi appari
piccola e fragile, come a te appariva il figlio tuo. Tu, la “Gran Madre di Dio”,
piccola e povera, lontana da casa, in una grotta alla periferia di un villaggio
sperduto. Vengo a trovarti anch’io con i pastori, con loro vedo povere cose e
credo nell’adempimento delle promesse.
Gran Madre di Dio! Come mi sei vicina e
quanto dolce e delicato è il tuo affetto per me e la tua premura. Madre di Dio,
sei la madre mia e hai cura di me come del Figlio tuo, la stessa tenerezza, la
stessa forte protezione. Custodisci nel tuo cuore anche il mio mistero e preghi
perché esso si realizzi in pienezza.
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