Se Kairós è un
giovane che corre e occorre prendere per il ciuffo, nella mitologia greca Kronos è un vecchio tiranno che se ne
sta seduto a mangiare i figli che genera. Siamo mangiati dal tempo,
tiranneggiati dal tempo che vorremmo fermare. Sembra che l’unica cosa che ci
resti da fare sia “ammazzare il tempo”.
Mistero del tempo. “Io so che cos’è il tempo – diceva sant’Agostino
–, ma quando me lo chiedono non so spiegarlo”.
E l’eternità? È prima o dopo il tempo?
Al di là di ogni filosofare, mi sono sempre piaciute le
parole di Evdokimov: “Ciascun istante può aprirsi dal di dentro su un’altra
dimensione, facendoci così vivere l’eternità dell’istante, nel presente
eterno... L’eternità non è né prima né dopo il tempo, essa è la dimensione
sulla quale il tempo può aprirsi”.
Né fagocitati dal tempo né ammazzare il tempo. È il presente, riscattato dalla sua vacuità, dal dramma del suo inesorabile scorrere via. Il presente: luogo dell'eterno, dell’incontro tra Dio e noi, della
manifestazione che Dio fa di se stesso e della nostra conformazione a lui.
L’eterno presente di Dio si dona nel presente attuale della storia e la fa eternità.
Gesù ha portato l’eterno nel tempo.
Il presente mi giunge carico di eternità e tutto diventa dono di Dio per me.
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