La preghiera più semplice è quella litanica. Si possono ripetere
fino alla sazietà parole quali: “Sei tu, Signore, l’unico mio bene”, “Tu lo sai
che ti amo”, “Vieni, Signore Gesù”… L’amore non si stanca mai di ripetere le
stesse parole. Questo tipo di preghiera infonde pace, confidenza e dà la forza
per riprendere il lavoro, intrattenere rapporti sinceri con gli altri,
affrontare prove e difficoltà.
La meditazione – altra forma di preghiera – inizia
generalmente dalla lettura di uno scritto, o dal ricordo di qualcosa che si è
ascoltato, da un episodio, che aiutano a penetrare le realtà di Dio, le verità
della fede cristiana, la vita di Gesù. Vi si riflette, si lascia che entrino
nell’animo, le si assaporano, si confrontano con la propria vita per vedere se
Dio è contento di noi o se dobbiamo cambiare qualcosa. La riflessione cede poi
il posto all’affetto e al colloquio amoroso. È un cammino che porta a conoscere
Dio e a conoscere se stessi.
La Lectio divina è
una forma di preghiera analoga alla meditazione e spesso ne costituisce lo
stesso contenuto. Consiste nel leggere la Parola di Dio, approfondirla attraverso
lo studio, lasciarsi interpellare da essa, domandarsi come viverla. Essa fa la
verità, è esigente. Penetra come una spada a doppio taglio, ferisce e insieme
guarisce. Nutrirsi di essa è nutrirsi di Gesù per vivere di lui e come lui.
La preghiera di quiete nasce quando si avverte la presenza
di Dio in noi o attorno a noi. Sappiamo che lui c’è e ci ama; sappiamo che noi
siamo con lui e vogliamo amarlo, senza preoccuparci di dire parole. È proprio
stare a casa, in famiglia, nella pace.
La preghiera per
eccellenza rimane quella liturgica, soprattutto quella eucaristica, vissuta non
come un atto di pietà o di devozione, ma come la più alta partecipazione alla
preghiera stessa di Gesù. Entriamo nel suo stesso dialogo di vita e d’amore con
il Padre, nel suo “Sì”, fino a donare noi stessi con lui, fatti lui, a Dio e
all’umanità: è “la sua, la nostra Messa”.
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