Recitava il rosario in italiano, in francese, in latino, in
greco. Spesso lo si sentiva parlare da solo e chiamare: “Maria, Maria”. Insomma
era proprio un matto!
Nativo della Val d’Aosta, p. Anselmo Maria Trèves entrò tra
gli Oblati appena dopo essere stato ordinato sacerdote. Terminato il noviziato
in Francia viene mandato a S. Maria a Vico, poi a Maddaloni, Roma, Treviso,
Napoli e infine di nuovo a Roma dove muore il 21 maggio 1934, proprio come un
santerello.
Lo abbiamo ricordato oggi, nella novena dell’Immacolata, per
il suo amore particolare per Maria. Ne parlava sempre, sul pulpito, in
confessionale, nelle lettere, durante i pellegrinaggi ai santuari mariani…
“La Madonna è l’ideale e la passione della mia vita… Ella è
tutta la mia felicità, il luogo del mio riposo, la gioia del mio povero cuore…
Consacrati a Maria, dobbiamo prender di mira le alture; non contentarci del
bene, ma aspirare al meglio, non riposarci nel perfetto, ma avere in vista il
più perfetto… Nel Cuore della Madre impareremo
ad imitare il Cuore mite e umile di Gesù, troveremo il fuoco interiore che ci
purificherà, ci libererà da tanta zavorra affinché si realizzi anche per noi
il quotidiano augurio sacerdotale: in alto i cuori!”
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