Non soltanto Gesù
prega, ma invita i discepoli a fare altrettanto e insegna come pregare. Sa che,
anche per noi, la preghiera è la strada per prendere coscienza della nostra identità
e della nostra missione.
Mi sono chiesto quale
è stato il momento dell’umanizzazione. Quando è avvenuto il passaggio
dall’essere animale alla persona umana? Quando l’uomo è diventato uomo? La
scienza dell’evoluzione ha le sue affascinanti ipotesi, ma io penso che il
passaggio sia avvenuto nel momento in cui Dio si è rivolto alla sua creatura e,
indirizzandole la parola, ha iniziato a parlare con lei. Rispondendo, la creatura
ha preso coscienza di sé. Ne è nato un dialogo.
Nella preghiera
scopriamo di essere il “tu” di Dio e scopriamo che egli è il nostro “Tu”. Il rapporto con Dio è dunque costitutivo
dell’uomo, lo fa persona (= essere in relazione).
Lo esprime in maniera
chiara la Costituzione pastorale Gaudium
et spes del Concilio Vaticano II: “L’aspetto più sublime della dignità
dell'uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo
nascere l'uomo è invitato al dialogo con Dio. Se l’uomo esiste, infatti, è
perché Dio lo ha creato per amore e, per amore, non cessa di dargli
l'esistenza; e l’uomo non vive pienamente secondo verità se non riconosce
liberamente quell'amore e se non si abbandona al suo Creatore» (n. 19).
Non si tratta di un
atto soltanto iniziale, ma di un cammino progressivo verso la pena maturità
umana, Esso continua lungo tutta la vita, fino all’ultima risposta all’ultima
chiamata con la quale Dio ci inviterà ad entrare nella piena e definitiva
comunione con sé. Quello sarà il momento del nostro ultimo e definitivo “sì”.
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