In questo dialogo l’iniziativa è di Dio: parla attraverso le
parole del Vangelo, quelle disseminate nei solchi della terra, nella volta del
cielo, nel cuore dei fratelli e delle sorelle, negli avvenimenti.
Parlava a Mosè come ad un amico, come un uomo parla con il
suo vicino. Parlava ai discepoli non come a servi, ma come ad amici rivelando
loro la Verità tutta intera. Parla anche a noi. E noi possiamo rispondergli,
parlare con lui, come ad un amico dal quale sappiamo di essere amati.
Così spiega il Catechismo
della Chiesa Cattolica: “Dio, per primo,
chiama l’uomo. Sia che l'uomo dimentichi il suo Creatore oppure si nasconda
lontano dal suo Volto, sia che corra dietro ai propri idoli o accusi la
divinità di averlo abbandonato, il Dio vivo e vero chiama incessantemente ogni
persona al misterioso incontro della preghiera. Questo passo d’amore del Dio
fedele viene sempre per primo nella preghiera; il passo dell’uomo è sempre una
risposta” (n. 2567).
In una parola Dio ci mette al mondo perché vuol parlare con
noi, vuole entrare in comunione noi. Fa come i genitori con il bambino: lo
pensano e lo amano prima ancora che lui nasca, gli parlano prima ancora che egli
possa parlare con loro... Il parlare del bambino è una risposta al parlare dei
genitori. La nostra preghiera è una risposta a Dio che ci parla.
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