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Anche
sant’Eugenio, in occasione del suo primo viaggio a Roma, di ritorno in Francia
volle passare per Loreto. Era partito da Roma il 27 aprile 1826, il
giorno dell'Ascensione, all'una dei pomeriggio, col calessino dei servizio postale,
e si fermò a Loreto due giorni. Da qui scrisse a Tempier, il 7 maggio:
A
sera è di nuovo nella “casa”: «Tutti i nostri amici non saranno sorpresi ch'io
fin da ieri mi sia interessato di loro nella santa casa, formulando una
preghierina speciale per ciascuno di essi. Sono andato via quando la stanchezza
mi ci ha costretto. La pietà dei fedeli, che vanno e vengono dalla cappella e
non ne escono senza aver baciato le mura ripetutamente con una dimostrazione di
affetto commoventissima, ispira un non so che di tenero e invita a
immedesimarsi dei loro sentimenti.
La Santa Casa sta al centro della chiesa.
Nella sua parte interna è tale e quale vi fu portata dagli angeli; si vedono i
muri di mattoni lungo tre lati della casa; il fondo dietro l'altare dove è
stato ricavato un piccolo santuario è interamente ricoperto di lamine una volta
d'argento; oggi purtroppo credo che siano di latta molto lucida. Lì si trova il
camino dove la madre di Dio preparava poveramente il solito pasto della Sacra
Famiglia...»
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