Appena l’aereo ha toccato terra, i polacchi, la quasi totalità
dei passeggeri, sono esplosi in un fragoroso applauso, come facevamo noi italiani
anni fa. L’ho considerato come un caloroso benvenuto rivolto a me.
Ed eccomi ancora una volta in Polonia. L’autunno è avanzato,
con i suoi colori vivissimi che non posso fare a meno di fissare subito sulla
carta. Sono su un lago silenzioso – pur stando in città –, attorniato da
boscaglie di canne, con un cielo grigio che contrasta con i colori caldi degli
alberi nel parco di casa.
Mentre cammino sullo stretto sentiero al bordo del lago, ripenso
all’ultimo giovedì a Sant’Eustachio, appena due giorni fa, dove il colloquio con
Luca Fiorani, fisico dell’ENEA, ha aperto squarci arditi come soltanto gli scienziati
sanno fare, lasciandoci incantati davanti alle meraviglie del cosmo. Mi ritorna
la famosa frase di Wittgenstein: “Anche quando la Scienza avesse dato risposta
a tutte le sue domande, non avrebbe ancora risposto alla domande esistenziale
dell’uomo”. Lo stormo di colombi che, compatto, continua a volteggiare nel
cielo, mi obbliga ad alzare gli occhi al cielo. Lo fanno anche gli astronomi,
ma forse lo sguardo umano può giungere più lontano dei più potenti telescopi…
Nessun commento:
Posta un commento