Herodion |
Giovanni il Battista, il più grande fra tutti gli uomini.
Ha vissuto per il Cristo, lo ha atteso, lo ha sperato e infine lo ha
riconosciuto. Lo ha proclamato “Agnello di Dio”, ha capito che avrebbe portato
su di sé i peccati nostri e quelli di tutto il mondo. Lo ha additato, ha indirizzato
a lui i suoi discepoli, si è messo da parte per lasciargli tutto il posto.
Lui che incantava le folle, lui a cui accorrevano tutti,
gente semplice, studiosi, soldati, ora è nella solitudine, nel silenzio,
nell’oscurità di un sotterraneo, prigioniero nell’Herodion, il palazzo-fortezza
che il re Erode il Grande ha fatto costruire ai confini del deserto di Giuda.
Sa che il Cristo ha preso il suo posto. La gente ora va da Gesù, come prima andava
da lui. Era quello che lui aveva voluto. Ma quanto è diverso il comportamento
del Nazareno comportamento da come egli se lo era immaginato. Lo pensava
intento a giudicare con severità, a dividere il grano dalla paglia, a
incenerire i peccatori come si brucia la paglia.
Gesù invece non si comporta come lui. Il Battista viveva
nel deserto, in maniera austera. Gesù sta con poveri e prostitute, peccatori e
pubblicani, mangia alla loro tavola, va alle feste di nozze, lo dicono “magione
e beone”. È mite e umile di cuore, non spegne la lucerna fumigante e non spezza
la canna incrinata. A tutti va incontro perché non è venuto a condannare ma a
salvare ciò che era perduto.
Nel Battista sorge il dubbio: “Sei proprio tu
colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”. È la sua notte oscura.
Ognuno di noi, in base a quanto ci hanno insegnato o
all’esperienza vissuta, immagina Gesù in un certo modo, si fa una sua idea di lui,
si aspetta che egli si comporti in una determinata maniera. Gesù invece è sempre
imprevedibile e prima o poi si presenti a noi con modalità inaspettate. Quante
volte, ad esempio, sentiamo dire o verrebbe da dire anche a noi: “Se io fossi
Dio farei, direi…”. Dovrebbe comportarsi come pensiamo noi, dovrebbe presentarsi
come a noi sembrerebbe meglio… Lo vorremmo diverso, secondo i nostri gusti.
Com’è difficile riconoscerlo quando arriva in modi che noi non ci aspettiamo:
“Sei proprio tu? Oppure dobbiamo aspettare un altro? Dobbiamo cercare
altrove?”.
Anche a noi ripete: “Beato colui che non trova in me motivo di
scandalo!”. Beato chi lo sa accogliere così come è, così come si presenta,
anche nelle prove della vita, nei dolori, nelle contrarietà. Beato chi lo riconosce
nei misteriosi disegni del suo amore infinito, anche quando a noi sembrano
assurdi, incomprensibili. Chi vive così è il vero “piccolo” del regno dei
cieli. Chi ha fede in lui e lo riconosce e lo accoglie può diventare più grande
del più grande fra i nati da donna.
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