Nella
sala da pranzo il presepe è già allestito: inizia la novena di Natale. Manca
naturalmente il Bambinello, che arriverà la notte del 24.
Presepe
tradizionale, con le montagne di carta increspata, muschio, casette in bilico sui
dorsi delle montagne, il fiumiciattolo, la donna al lavatoio.
Ma
c’è anche qualcosa di originale: questa volta è apparsa una pizzeria con il
pizzaiolo che con la sua bella pala inforna una margherita, anche se un po’ elaborata, con le olive.
Al
tempo di Gesù non c’erano le pizzerie, semplicemente perché non c’era il pomodoro
(una pizza senza il pomodoro, a mio modesto parere, è una semplice focaccia).
Che
ci sta a fare questa scenette anacronistica?
Forse
dice l’attualità del presepe. Non nel senso che il presepe è sempre bello, sempre
attuale, e dovrebbe esserci in ogni casa, ma proprio che è attuale il Natale,
Gesù che torna a farsi sempre presente, anche oggi, qui in mezzo a noi. Se ne nel presepe c’è una
pizzeria sta proprio a dire che Natale è cosa dei giorni nostri.
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