Riparto per il Continente, o per l’Italia, come dicono in Sardegna.
Torno in Continente e lascio qui la nostra splendida comunità. Gli Oblati, con un po’ di presunzione, si definiscono “vicini alla gente”. Qui è particolarmente vero. Si guasta l’ascensore? Le fogne sono intasate e fuoriescono i liquami? È finito il gas? C’è una emergenza sanitaria? Dove va la gente? Dagli Oblati. Non va alla messa ma va dagli Oblati. In un quartiere senza punti di riferimenti e centri di aggregazione, non si va dal sindaco, in comune, si va dal parroco.
Qui le persone sanno di essere accolte, ascoltate, aiutate se possibile. Gli Oblati si fanno loro portavoce e vanno dal sindaco, dall’assessore, li portano sul posto… Terra di missione.Torno in Continente e lascio paesaggi da sogno, amalgama di rocce, boschi, montagne e vallate, mare, spiagge, cale e calette...
Torno in Continente e lascio e gente accogliente. Prendo a prestito le parole di Paolo VI pronunciate al santuario della Madonna di Bonaria: “popolo semplice, laborioso, austero, taciturno, selvatico e triste, ma dai costumi umani e pii; un popolo adusato alle privazioni e alla fatica, un popolo isolato dal mondo, come la sua terra; un popolo dalle passioni fiere e tenaci, ma insieme dai sentimenti ingenui e gentili, capaci di esprimersi in leggendarie fantasie ed in canti gravi e calmi come echi incantevoli, che recano ancora la voce di secoli lontani”.
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