domenica 2 ottobre 2022

Perseveranza

La parabola della vita somiglia più al cammino di Santiago che alla passeggiata pomeridiana sul corso. Questa si consuma in un’oretta, non ha una meta precisa, serve soltanto per distendersi, sbirciare le vetrine, salutare i conoscenti… Quello ha una destinazione lontana, sognata a lungo, dura giorni e giorni, costa fatica. La vita non è una corsa dei 100 metri con scatto veloce, somiglia più a una maratona, che si misura sulle lunghe distanze e domanda un camminare sicuro e costante… Sì, ci vuole proprio perseveranza per percorrere una strada impegnativa e raggiungere una meta lontana.

Nell’etimologia del “perseverare” c’è un per, che significa “a lungo”, e un severus, che significa “rigoroso”. Implica una decisione presa con lucidità, ben ponderata, un avvio animato da una passione, una mèta sicura che richiede fedeltà, coerenza lungo tutto il percorso, soprattutto quando si fa impegnativo e difficile. È evidente quando si vuole imparare a suonare uno strumento, a conseguire una laurea. Quando invece si tratta di costruire dei rapporti, un’amicizia, una famiglia? Allora sembra che basti il sentimento, che pure è mutevole e passeggero, l’improvvisazione, la spontaneità. È così che gli impegni pattuiti, le relazioni personali, le scelte fatte si sciolgono con tanta facilità (e lasciano spesso ferite insanabili). La vita non può essere presa alla leggera, esige disciplina, rigore, costanza, fattori necessari perché nasca ogni opera d’arte, e tale dovrebbe risultare il compimento di una vita. Senza perseveranza il cammino di Santiago si ferma a metà, un fallimento e cosa racconterai? Anche il cammino della vita senza perseveranza è un amore senza storia. E l’amore ha bisogno di una storia, bella, avventurosa, feconda, compiuta, altrimenti che amore è? Che vita è la vita senza una storia?

 

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