L’angelo era appena partito
da lei. In Maria si era compiuto il più grande evento che la storia avesse mai
conosciuto: lo Spirito Santo era sceso su di lei, ed era stava avvolta dalla
potenza dell’Altissimo; l’Onnipotente e il Santo aveva preso carne in lei;
l’infinito Iddio si era rimpicciolito e si era fatto figlio suo.
Sarebbe stato più che
naturale fermarsi in raccolta contemplazione. Maria invece si alza e ma va.
Esce da sé per andare incontro all’altro. Mette da parte l’indicibile evento di
cui è protagonista per entrare nell’evento dell’altro, la parente Elisabetta,
che pure è stata visitata da Dio ed ha concepito un figlio.
È un passaggio repentino.
Alzatasi, intraprende il viaggio “in fretta”. L’amore non conosce lentezze. “In
fretta”, una parola che significa anche diligenza, premura, entusiasmo. Non è
con rammarico che Maria si dimentica di sé per volgere la sua attenzione a
Elisabetta, ma con gioiosa dedizione.
“Entrata nella casa di
Zaccaria, salutò Elisabetta” (1, 40). Cosa le disse? Il Vangelo non riporta le
parole di Maria. Forse le disse semplicemente “shalom”, ma è bastato un saluto
perché il bambino in seno a Elisabetta sussultasse.
Comincerò così il mio breve intervento per l’appuntamento mensile sui “Santi della carità”. Solo che questa volta protagonista sarà la Santa per eccellenza. Mi lascerò ispirare da questo dipinto africano che ho visto casualmente questa mattina. Mi è piaciuta questa ragazzina con il paniere in mano che arriva al villaggio di Elisabetta…
Darò voce a p. Nicola
Ventriglia che ci parlerà da Lourdes e a Cristina, una giovane di Roma che ci
dirà la sua esperienza con Maria… Ma poi tutti potranno prendere la parola.
L’appuntamento è venerdì 14
maggio alle 21.
https://us02web.zoom.us/j/85874471379?pwd=cWhoWkhhVjNSazBjRHpzaGlKN1pPdz09
ID riunione: 858 7447 1379
Passcode: 639367
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