Rileggo Il Natale del 1833 di Mario Pomilio, nel centenario
della sua nascita. (Tra l’altro ho la copia del 1984 di p. Michele Minadeo, mio
professore d’italiano a liceo). Rileggo, perché Pomilio va riletto. È un
romanzo su Alessandro Manzoni.
Mi colpisce il riferimento a Giobbe, su cui Manzoni, al
dire della madre, avrebbe progettando un libro, una sorta di apologia del
cristianesimo, in cui mostrare come «facendosi uomo e indossando la mostra
sofferenza ben oltre il limite stesso patito da Giobbe, il Dio assente si è
fatto Dio presente, ha rimediato all’assurdo della sua inaccessibilità, si è
giustificato, si è insomma riscattato».
In Cristo Dio si redime, si riscatta: ha fatto patire
così tanto Giobbe, e l’umanità che in esso si rispecchia, è rimasto così
silenzioso davanti al suo grido e al suo pianto, così nascosto e lontano a lui
che gli chiedeva di mostrarsi vicino, che sente il bisogno di “riparare” mandando il Figlio che scende e condividi il vissuto di Giobbe. Manzoni, o sua madre, arriverebbe a dire: «Il Signore ha potuto
pronunziare il suo perdono solo dopo che sulla croce si è fatto perdonare».
Pensiero e parole di grande potenza, paradossali, che rivelano la
grandezza di Pomilio, perché lasciano intuire il dramma del silenzio di Dio, della fede messa alla prova, dell'incomprensibile dolore umano, e insieme la misteriosa grandezza dell'incarnazione e del dono di Cristo.
Mi viene spontaneo un confronto con le parole più piane e umili, e pur
tuttavia altrettanto potenti, che ho letto questa mattina, di Alfonso Maria de
Liguori: «Credete bene che al mondo non c'è amico, né fratello, né padre, né
madre, né sposo, né fidanzato che vi ami più di Dio. In vista proprio di
renderci più fiduciosi in lui, si è annientato (cfr. Fil 2,7), abbassandosi,
per così dire, fino a farsi uomo, per conversare familiarmente con gli uomini
(cfr. Ba 3,38). Non era abbastanza: si è fatto bambino; si è fatto povero; si è
fatto persino mettere a morte, per ordine del tribunale, davanti a tutto il
popolo, su una croce. Insomma, si direbbe che non ha amore che per voi, tanto
vi ama».
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