Sto leggendo con interesse Congo di David Van
Reybrouck (si capisce che mi sto preparando a scrivere la biografia di Giovanni
Santolini?). Mi ha colpito una frase che non ha niente a che fare con il Congo,
ma che è fondamentale per la raccolta delle testimonianze da parte dell’autore:
“Non c’è niente di più attuale del ricordo”.
Chissà perché questa frase mi ha particolarmente
impressionato. Forse perché la trovo verissima. Non si tratta di nostalgie o di
rimpianti. Mi sembra piuttosto che l’attualità del ricordo sia un fattore
propulsivo che spinge in avanti, dando forza, sicurezza, fiducia. Senza una
storia, fatta di persone e di fatti, si è come spiantati e spaesati. Possono
essere anche esperienza negative, non importa. È come avere radici salde, che
consentono all’albero di svettare nel cielo.
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