Dopo la bellezza: https://fabiociardi.blogspot.com/2021/04/bellezza.html
ecco la bruttezza
Ciò che
è bello attira subito e piace. Con altrettanta immediatezza respingiamo ciò che è brutto. È normale. Cerchiamo di rimuovere tutto
ciò che parla di sofferenza, povertà, malattia… tutto ciò che è inefficiente,
disarmonico, brutto. Nasce così quella “cultura dello scarto” di cui papa
Francesco parla continuamente, a cominciare da una delle prime udienze generali: «La vita umana, la
persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare,
specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non
serve più – come l’anziano» (5 giugno 2013). E se invece, come in una fiaba, riuscissimo
a trasformare la bruttezza in bellezza?
Qualcuno ci ha provato. Era bellissimo, il “più bello” tra i
figli dell’uomo, e prese su di sé ogni bruttezza, fino a non avere più «né apparenza né bellezza per attirare i nostri
sguardi, non splendore per poterci piacere» (Isaia 53, 2), per tutto abbellire. Ha
assunto la deformità, il contrasto, il conflitto, il peccato e li ha
trasfigurati. «Assumendo un corpo – ha scritto sant’Agostino –, Gesù prese
sopra di sé la tua bruttezza, cioè la tua mortalità, per adattare se stesso a
te, per rendersi simile a te e spingerti ad amare la bellezza interiore».
È la grande sfida che ci sta davanti: andare in cerca dello scartato, del rimosso; accogliere e assumere la bruttezza, fatta di povertà, emarginazione, ignoranza; scoprirvi la bellezza nascosta e trasformare il brutto in bello. Ma è una fiaba! Sì, come nelle fiabe, dove con un bacio un rospo si trasforma in un principe e grazie alla tenerezza della “bella” la “bestia” non è più tale. Come nelle fiabe, anche nella realtà la forza che tutto trasforma è l’amore.
Nessun commento:
Posta un commento