Il
cielo nuvoloso, una pioggerellina fine fine, eppure è tutto uno splendore: il
santuario saldo come una fortezza, la santa casa dolcissima…
È
veramente la casa dell’annunciazione? Come stanno le cose storicamente? Fin
dove arriva la leggenda? Ma chi ha tempo per pensare a queste cose! È un
santuario, un luogo che evoca il grande evento del Sì di Maria. Ci basta
questo.
Questa
sera con tutte le persone di vita consacrate della regione ci siamo radunati attorno
al vescovo per la festa della presentazione di Gesù al tempio. Il santuario si
è fatto luminosissimo, non certo per le fiammelle dei ceri accesi da ogni
fedele, ma per la festa che vi si è celebrata e per la gioia che sfavillava.
Nella
mia funzione di “Assistente centrale dell’Istituto delle COMI”, ho la gioia di
guidare il piccolo vivacissimo gruppo in questa immersione nel mistero di Maria
Madre di Dio.
Ci
accompagnano gli scritti del fondatore, p. Gaetano Liuzzo, di cui tra l'altro leggo queste righe:
CON MARIA. Il nostro
cammino è faticoso, pieno di ostacoli interni ed esterni, procede come in una
boscaglia. Maria, da vera mamma:
-
è la nostra compagna, “Madonna del
buon viaggio”, non lontana (come una stella) ma vicina. La sua presenza non è immaginaria né solo affettiva, ma reale anche
se tutta spirituale. Perché ci vede ed ama in Dio, ci sostiene e ci guida;
-
abita tra noi (fa parte del nostro “gruppo”!)
e talora si fa “sentire” se cerchiamo di essere presenti a lei: “Tu abiti in
mezzo a noi e ti manifesti a quanti son degni di te” (S. Germano);
-
abita in noi, ci “inabita”: “Io la
sento, io la vedo / io la porto dentro me / bella, grande, invisibile / ma nel
buio della fe’” (S. Luigi di Montfort). Stupendo e affascinante. Ma occorre
fede limpida!;
-
ci ama immensamente e singolarmente, con un amore che supera
quello di tutte le madri del mondo, messo insieme. E può tutto: è l’onnipotenza
orante.
COME MARIA. Lei però è una
mamma e compagna esigente: “Fate
tutto ciò che Egli vi dice” (Gv 2,5), “fatevi miei imitatori come io lo sono di
Cristo” (2Cor 11,1); la Comi è sua “discepola”:
-
l’imitazione è il “cuore” della
spiritualità mariana, della vera devozione (in senso teologico; LG 67), del “rivivere
Maria” (formula di Oblazione);
-
mira a reincarnare, spiritualmente
Maria: cioè la sua anima (“sia in ciascuno l’anima di Maria, lo spirito di
Maria”, diceva S. Ambrogio); - la sua mentalità
e i suoi atteggiamenti abituali,
(ascolto e meditazione della Parola di Dio, disponibilità, Sì continuo,
servizio, ardore di fede e carità, cooperazione col Redentore...); - le sue
virtù teologali e morali, la sua immersione cristocentrica e trinitaria. Anima-mentalità-atteggiamenti-virtù
da riprodurre come persone di oggi
(non di 20 secoli fa), nella cultura e società di oggi con i suoi drammi e le
sue esigenze e speranze, ossia nell’attuale contesto di rievangelizzazione, di “nuovo
slancio missionario” (Comunione e Comunità Missionaria, 2);
-
questa “identificazione” con Maria è
ardua per la natura. Ma è opera sua (“lasciarsi
riplasmare” da lei!) e tua con lei:
fare il vuoto (l’io, l’egoismo, la mentalità umana), rimodellare il tuo
carattere (ah, il “son fatta così”!), non star sempre a “leccarti le ferite”...
“Esci dalla tua terra e va!”: chi si chiude in sé, si chiude a Dio.
Nessun commento:
Posta un commento