Che gioia sapere che Gesù era umano come tutti noi.
Come noi ha avuto fame, quand’era nel deserto (cf. Mt 4, 2).
Ha avuto sete quando, a mezzogiorno, dopo una mattinata di
cammino sotto il sole, si era seduto al pozzo di Sicàr (cf. Gv 4, 7).
Ha provato un’arsura infinita sulla croce: “Ho sete” (Gv 19, 20).
Si è sdegnato e rattristato quando ha costatato la durezza
di cuore di scribi e farisei: “volgendo su di loro uno sguardo di collera (orghé), rattristato per la durezza dei
loro cuori…” (Mc 3, 5).
È stato preso dall’ira quando ha visto il tempio trasformato
in un mercato: “avendo fatto una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori dal
tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne
rovesciò i tavoli” (Gv 2, 15).
Ogni pagina di Vangelo ci parlano della sua umanità, della compassione
per i poveri, gli ammalati, la vedova di Nain; del suo amore per i bambini, ma
anche per la natura che ama contemplare; della sua stanchezza, del suo bisogno
di riposo, di un conforto amico.
Arriva a provare paura e angoscia davanti alla morte (cf. Mc
14, 33), fino a sudare sangue (cf. Lc
22, 44).
Ma forse dove Gesù mostra di più la sua umanità, perché ha
fatto sua la nostra umanità, è quando piange.
Scoppiò in pianto davanti alla tomba dell’amico Lazzaro. Ne rimasero
sorpresi anche i presenti: “Dissero allora i giudei: Vedi come lo amava?” (Gv 11, 36). Gli uomini non piangono, è
cosa da donne.
Pianse davanti alla sua città, di cui vedeva la distruzione
per non averlo saputo accogliere: si sentì rifiutato (cf. Lc 19, 41).
Pregò “con forti grida e lacrime” per essere liberato dalla
morte (cf. Eb 5, 7).
Gesù che piange!
Non poteva essere più umano.
Piange con noi ogni volta che noi piangiamo.
Col suo, il nostro pianto si fa preghiera, lode… è divino.
E che gioia che lo dici ! Grazie
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