15 anni
fa p. Gaetano Liuzzo partiva per il cielo.
Anche
questa volta ci siamo ritrovati, per farne memoria, nella chiesa di san Nicola dei Prefetti dove ha
vissuto per tanti anni.
Ho letto
nuovamente la lettera che, non ancora diciottenne, scrisse al Provinciale
subito dopo la sua oblazione, avvenuta il 15 agosto 1929. Vi si sente tutta la
gioia e l’entusiasmo di una donazione di sé a Dio mai più rinnegata:
Amatissimo
padre, eccomi finalmente Oblato! e come tale, col “Passaporto” in mano [alludendo
al nome nuovo che adesso porta come un nome di famiglia: Oblato di Maria
immacolata. Portare questo nome, scriveva sant’Eugenio de Mazenod, il
Fondatore, è un “passaporto per il Cielo”].
Voglio
mandarle un ultimo saluto dalla casa sì cara di Ripa, culla dolcissima della
nostra vita religiosa, e testimone amata del nostro nascere, dei nostri primi
passi, dei nostri sforzi, e del nostro sacrificio intero e irrevocabile! Intero
perché tutto, tutto – beni, corpo e volontà – tutto abbiamo messo insieme, e
tutto abbiamo offerto a Gesù, il Povero, il Vergine, l’Ubbidiente, – e alla
dolce Mamma – la prima Religiosa…; onde, come spero Gesù e la Vergine Assunta
hanno accettato e benedetto il nostro dono, fatto stamattina con tutto il
cuore, senza alcun rimpianto, e rinnovato poi lungo il giorno, decine di
volta!... Irrevocabile perché invece di dire – ad annum –, avremmo detto con
vivissima gioia (come abbiamo fatto col cuore) – perpetuam! –. La triplice
Oblazione annuale, non è, non sarà per noi che una pura, purissima formalità impostaci
dalla santa Regola, poiché l’olocausto, col cuore, è stato completamente e per
sempre consumato, e il nostro amplesso ai Cuori di Gesù e di Maria, sarà
costante, continuo, perenne…, eterno!
E con ciò
eccoci oblati! Qual gioia non è per noi esser cosa esclusiva di Maria, di esser
suoi figli prediletti… Quando poi dopo la benedizione del santissimo ci siamo
sentiti dire “hoc fac et vivas” [“Fai questo e vivrai”. Erano le parole che vengono
rivolte al candidato al momento della consegna della Regola] il nostro cuore ha
sussultato di gioia: quella Regola che già tanto amiamo, vogliamo osservarla
sempre fedelmente e amorosamente, poiché è proprio essa che ci farà vivere in
eterno!
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