Mi
capita spesso di incontrare persone che mi vengono incontro con gioia e mi
dicono: “Si ricorda di me?”.
Magari
è una delle migliaia di studenti che hanno seguito le mie lezioni nella mia
lunga carriera, o una persona che mi ha visto parlare a un convegno di
Castelgandolfo con 2000 partecipanti.
Che
delusione quando si accorgono che non le riconosco e che gioia quando invece le
riconosco.
Questo
abituale frangente mi è venuto subito in mente rileggendo in questi giorni la
parola ebraica skr,
ricordare-ricordarsi. Una delle tante parole belle, ricche di significato che
percorrono la Bibbia.
Dio
si ricorda sempre del suo popolo, della sua alleanza, delle persone afflitte e
povere.
La
preghiera dei Salmi ricorda a Dio di ricordarsi di noi! “Ricordati della tua
fedeltà, della tua promessa”, quasi che lui se ne scordasse. Siamo piuttosto
noi a scordarci di lui…, lui mai di noi.
A
lui non capiterà mai, come invece capita a me, di non ricordarmi di qualcuno: “Si
dimentica forse una donna del suo bambino? Ma anche se ne dimenticasse, io non
mi dimenticherò mai di te”.
L'ultima preghiera rivolta a Gesù è stata: "Ricordati di me, quando sarai nel tuo regno".
Noi
siamo abituati a condensare il credo nell’enunciazione di alcune verità
fondamentali.
L’uomo
biblico professa il suo credo raccontando fatti, gli interventi di Dio nella
storia.
“Ricordati”
diventa il comandamento fondamentale, espressione dell’amare Dio con tutto il
cuore, l’anima, le forze. Lui si ricorda di noi, ma anche noi dobbiamo
ricordarci di lui.
Anche
Gesù, lasciandoci l’Eucaristia, ci ha lasciato un “memoriale”, e ci ha comandato
di ricordarlo, di ricordare che egli ha dato la vita per noi, e di “fare”
questo in memoria di me.
“Non
dimenticare mai i suoi benefici…”
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