Alla
conclusione della settimana di studio che si è tenuta a Castelgandolfo con
oltre 250 rappresentanti di diversi mondi culturali del Movimento dei Focolari,
mi sembra di sintetizzare in tre parole la mia comprensione del compito culturale a cui siamo chiamati:
2. Luce. Come costruiamo l’unità?Come rispondere alle interpellanze che ci giungono dalle innumerevoli e immani situazioni del mondo nel quale siamo immersi e di cui vogliamo farci voce? C’è un
nostro contributo specifico per l’unità?
Sì, portare la Luce! Il Movimento si è
costituito attorno ad una fondatrice che racconta così la sua ispirazione: “Un
giorno (indefinito giorno) ho visto una luce. Mi parve più bella delle alte
cose belle e la seguii. Mi accorsi che era la Verità”. Non è un caso che Silvia Lubich abbia scelto come nome nuovo “Chiara” = luce.
Abbiamo la fortuna di possedere
la cosa più bella delle altre cose belle, Verità, la Luce vera,
quella che splende nelle tenebre e che illumina ogni uomo (cf. Gv 1).
Forse
il nostro apporto specifico di uomini di cultura illuminati dalla Claritas, dall’Ideale è proprio quello di portare
luce.
C’è
anche un altro che ha lo stesso nome di Chiara: Lucifero. La sua è una luce
fredda. Quella di Chiara è invece una luce “calda”, che si identifica con la
Vita, con l’Amore: una Luce che si fa vita, che porta ad amare. Il nostro mondo intellettuale non è e non può mai essere disgiunto dalla vita e dell'amore, luce “calda” capace di penetrare nella società e trasformarla.
Questa grande varietà di proposte culturali riflettono la
complessità del reale e aprono concrete vie di risposta, nella misura in cui non costituiscono dispersione
di energie, ma piuttosto arricchente risposta unitaria.
Non si tratta tanto di elaborare una “nostra” cultura, autonoma e
autosufficiente; sarebbe un’altra cultura accanto alle altre, una in più. Mi sembra che siamo
piuttosto chiamati a coinvolgere i colleghi e le persone di cultura, con cui siamo in contatto, in un dialogo sincero, entrando nei più diversi mondi culturali con sincera "simpatia" e valorizzando ogni barlume di verità.
E
questo non soltanto in ambito accademico. La cultura oggi non si fa solo nelle
università. Tanti altri ambiti elaborano cultura e vanno presi il rilievo e lievitati.
Il nostro compito è offrire una luce “calda”, che è amore e vita, capace di coinvolgere, di mettere in rapporto, di creare sinergie e comunione.
Occorre
possedere il “nulla” di Maria, quella sua forte identità che si esprime nel servizio, nello stare sotto, nel creare rapporti.
Solo così potremo aiutare l’umanità nel suo cammino verso l’unità, verso la realizzazione del
progetto di Dio, l’ut omnes.
Questo
penso la missione a cui siamo chiamati: essere Maria, che dà vita al Verbo, la
Luce, e porta all’unità.
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