Era
quanto attendevano gli Ebrei del suo tempo. Gesù cominciò ad annunciarlo appena
prese a percorrere villaggi e città: “Il regno di Dio è vicino” (cf Lc 10,
9). E subito dopo: “È giunto a voi il regno di Dio”; “Il regno di Dio è
in mezzo voi!” (Lc 17, 21). Nella persona di Gesù Dio stesso veniva in
mezzo al suo popolo e riprendeva in mano la storia con decisione e con forza,
per condurla alla sua meta. I miracoli che Gesù compiva ne erano il segno.
Nel
brano del Vangelo da cui è tratta la parola di vita, Egli ha appena guarito un
muto liberandolo dal diavolo che lo teneva prigioniero. È la prova che egli è
venuto a vincere il male, ogni male e a instaurare finalmente il regno di Dio.
Questa
locuzione, “regno di Dio”, nel linguaggio del popolo ebraico indicava Dio che
agisce in favore di Israele, lo libera da ogni forma di schiavitù e da ogni
male, lo guida verso la giustizia e la pace, lo inonda di gioia e di bene; quel
Dio che Gesù rivela come “padre” misericordioso, amoroso e pieno di
compassione, sensibile alle necessità e alle sofferenze di ognuno dei suoi
figli.
Guardandoci
attorno spesso abbiamo l’impressione che il mondo sia dominato dal male, che i
violenti e i corrotti abbiano il sopravvento. A volte ci sentiamo in balìa di
forze avverse, eventi minacciosi che ci sorpassano. Davanti a guerre e calamità
ambientali, a stragi e cambiamenti climatici, a migrazioni e crisi economiche e
finanziare, ci sentiamo impotenti.
È
qui che si colloca l’annuncio di Gesù, che ci invita a credere che Egli, già da
ora, sta vincendo il male e sta instaurando un mondo nuovo.
Nel
mese di marzo di 25 anni fa, parlando a migliaia di giovani, Chiara Lubich
affidava loro il suo sogno: «Rendere il mondo migliore, quasi una sola
famiglia, quasi appartenente a un’unica patria, a un mondo solidale, anzi a un
mondo unito». Allora come oggi questo sembrava un’utopia. Perché il sogno però
diventasse realtà, li invitava a vivere l’amore reciproco, nella certezza che
così facendo avrebbero avuto tra loro «Cristo stesso, l’Onnipotente. E ogni
cosa potrete sperare da lui».
Sì,
è Lui il regno di Dio.
Il
nostro compito? Fare in modo che egli sia sempre tra noi. Allora, continuava
Chiara, «sarà lui stesso che opererà con voi nei vostri Paesi, perché lui
tornerà in certo modo nel mondo, in tutti i luoghi in cui vi trovate, reso
presente dal vostro reciproco amore, dalla vostra unità. E lui vi illuminerà su
tutto il daffare, vi guiderà, vi sosterrà, sarà la vostra forza, il vostro
ardore, la vostra gioia. Per lui il mondo, attorno a voi, si convertirà alla
concordia, ogni divisione si suturerà. (…) Amore, dunque, fra voi ed amore
seminato in molti angoli della terra fra i singoli, fra i gruppi, fra nazioni,
con tutti i mezzi, perché sia realtà l’invasione d’amore, di cui ogni tanto
parliamo, e prenda consistenza, anche per il vostro contributo, la civiltà
dell’amore che tutti attendiamo. A questo siete chiamati. E vedrete cose
grandi».
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