Perché trascinano con sé soltanto la donna? E l’uomo?
Non ha commesso adulterio anche lui? Perché per lei la lapidazione e per lui
l’impunità? Colpevole è sempre il più debole. Oggi come allora. Dov’è la parità
tra uomo e donna, la comune dignità? Riesce mai una donna aggredita o violata o
tradita a trovare giustizia davanti ad un tribunale? E il malcostume non è
sempre dovuto alla donna di strada e mai ai suoi clienti? Lei sola umiliata,
insultata, arrestata…
Forse è per questo che Gesù si distanzia dagli
accusatori ferventi e fanatici, senza prenderli neppure in considerazione.
Incurante delle accuse, della loro stessa presenza, prosegue imperterrito nello
scrivere per terra, con gesto indifferente. Si vede subito da che parte sta. Si
metti sempre dalla parte del povero, del debole, della vittima, del perdente. E
vorrebbe che anche il prepotente, il sicuro di sé, l’arrogante che si ritiene
nel giusto, si rendesse conto della sua colpevolezza e della sua miseria. Chi
può presumere d’avere il diritto di condannare, chi può scagliare la prima
pietra?
Gesù la pietra avrebbe potuto scagliarla, ma non è da lui.
Rimasto da solo, a tu per tu con lei, avrebbe potuto
redarguirla, farle comprendere il male compiuto. Avrebbe potuto farle notare
che l’aveva salvata dal linciaggio. Niente. Una domanda soltanto: “Nessuno ti
ha condannata?”. Ed un verdetto inappellabile: “Neanch’io ti condanno”.
È la misericordia e il perdono.
Lo è con squisita signorilità, senza far pesare il
gesto d’amore, senza umiliare.
E insegna anche a noi lo stile dell’amore e del
perdono.
Ma il suo perdono non è gratuito. Non va confuso con
un generico “buonismo”. Non è paternalismo. È una misericordia esigente quella
che dona. Altrove nel Vangelo chiede di perdonare, in cambio del perdono
ricevuto. Oggi domanda la conversione. Il peccato è rimesso, ma “d’ora in poi
non peccare più”.
Non è uno scherzo il suo perdono: gli costa la vita.
Siamo stati riscattati con il suo sangue prezioso, ricorda Pietro nella sua
prima lettera.
Non è uno scherzo neppure l’essere perdonati: anche a
noi domanda la vita, una via nuova: “non peccare più”.
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