Scartabellando in archivio
trovo la testimonianza resa dal Presidente della Repubblica Italiana, On. Oscar
Luigi Scalfaro, a p. Giovanni Canfora. Gli Oblati, in quanto missionari, sono
gli uomini della Parola. P. Giovanni lo era anche perché, come altri Oblati,
aveva dedicato tutta la sua vita allo studio e alla diffusione della Sacra
Scrittura. Presidente dell’Associazione Biblica Italiana è stato un grande
animatore di convegni e settimane bibliche per professori, sacerdoti,
religiosi, laici (lo chiamavamo semplicemente: "Presidente"). Nato a Tortorici, in Sicilia, il 25 dicembre 1920, aveva
seguito gli Oblati fin da piccolo. Professore di Sacra Scrittura allo
Scolasticato di San Giorgio Canavese, ha passato gli ultimi anni della sua vita
nella Parrocchia del SS. Crocifisso a Roma, dove è morto nel 2003. È qui che
aveva conosciuto Scalfaro
Lo conoscevo da lontano, sapevo
che era uno studioso di sacra scrittura, era presidente dell'associazione dei
cultori, dei docenti, insomma dei Biblisti. Tra costoro, nomi famosi come il Padre gesuita Carlo
Maria Martini […] Avevo sentito Padre Canfora in qualche Messa in Parrocchia e
ne avevo gustato la breve predica: l'inquadramento storico, la pagina della
vita di Gesù e la Sua parola. Non
mancava nulla, eppure tutto chiuso in
poco più di dieci, dodici minuti. La Parrocchia organizzava ogni anno qualche corso di
approfondimento sui testi biblici e mi capitò di poter seguire quello
sull'Apocalisse. […]
Una delle fortunate pubblicazione di p. Canfora |
In quella occasione l'incontro
personale con Padre Canfora mi consentì di sentirne la profondità spirituale,
la saggezza, la umana comprensione e la ricchezza umana non comune. Da allora iniziarono le sue
visite a casa nostra. Erano visite desiderate, occorreva trovare qualche
momento più libero per il Padre e per me. Allora con Marianna [la figlia del Presidente] abbiamo
potuto gustare la sua compagnia, molto colta, molto amabile. […]
La sua vocazione scorse
limpida, entusiasta, semplice. L'amore allo studio e la vivacità della sua
intelligenza lo fecero indirizzare agli studi biblici. Questo è stato il suo
impegno primario, il suo campo di azione, di insegnamento, di apostolato. Venne la prova dolorosa; un
grave male lo colpì e Padre Canfora lo affrontò con tono di mirabile normalità
e con sostanza di eroismo.
Lo incontrammo dopo
l'operazione; con grande forza di volontà si faceva capire. Era sereno,
totalmente, profondamente. Con semplicità sconcertante, perché vera, disse che
aveva parlato tanto, poteva ormai tacere. Era il tempo del mio settennato [come Presidente della Repubblica] e quando gli impegni mi
lasciavano uno spazio al mattino della domenica, il
grande Padre Canfora veniva, dove io ero, a celebrare la Santa Messa. Domeniche
irripetibili. Mi consegnava un foglietto con il commento alla liturgia del giorno, perché
al Vangelo lo leggessi [in quel
periodo P. Canfora era afono, in seguito all’operazione per il cancro alle
corde vocali]. Erano quadri che ti introducevano immediatamente
"in quel tempo". Il commento brevissimo entrava nell'anima e rimaneva
lì, richiamo, conforto. Marianna, che da sempre era destinataria delle sue paterne attenzioni,
portava il caffè e dopo breve colloquio famigliare ognuno tornava ai propri
doveri. Grazie, Padre Canfora, illustre e umile, grande e semplice, amico della
nostra anima, grazie!
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