Nel primo dei suoi tre viaggi in Canada, Giovanni Paolo II,
accompagnato da Padre Marcello Zago, il 10 settembre 1984, presso il Santuario
di S. Anne de Beaupré, incontrò anche gli Inuit e gli Amerindi. In quell’occasione
disse: “Desidero nominare specialmente i missionari Oblati di Maria Immacolata.
Essi hanno preso in carico questa vasta regione del Grande Nord canadese. Hanno
consacrato la loro vita all’evangelizzazione e al sostegno di numerosi gruppi
di Amerindi, condividendo la loro vita, diventando i pastori, i vescovi di
coloro che sono divenuti credenti. E inoltre sono stati i primi missionari
cattolici che sono andati a incontrare gli Inuit e ad abitare con essi per
testimoniare Gesù Cristo e fondare la Chiesa. L’intercessione di santa Teresa
del Bambino Gesù, patrona delle missioni, ha contribuito a fecondare il loro
laborioso apostolato”.
In questo mio viaggio non ho incontrato né Inuit né Amerindi,
come ho avuto occasione di fare altri viaggi, ma ho visto missionari che hanno
dedicato tutta la vita alla loro evangelizzazione e al loro sostegno, come ha
detto il papa.
Lascio il Canada con negli occhi i volti sorridenti di
questi Oblati anziani, che hanno speso tutta la loro vita per Dio e la sua
gente, e i colori straordinariamente belli dell’autunno.
Nel viaggio da Ottawa a Montréal ripercorro ancora volta i
boschi che tanti mi avevano incantato un mese fa per l’indicibile sinfonia di
toni di luce. Oggi soltanto gli esili larici irraggiano i sottili aghi giallo
arancio. Alcuni alberi trattengono ancora rugginose foglie accartocciate, nel
vano tentativo di protrarre l’esplosione dell’autunno. Il colore di boschi e
foreste ora è oscuro, cenere e carbone. Ormai tutti alberi hanno deposto il
loro fogliame e rivolgono al cielo i rami minuti e nudi, quasi una preghiera.
Parto facendo mia questa silenziosa fiduciosa preghiera di uomini e
natura perché torni, nuova, la primavera.
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