La nunziatura del Canada |
Passo gli ultimi giorni della mia permanenza canadese in
Nunziatura, ospite nella stanza che ha accolto Giovanni Paolo II. Ho così l’opportunità
di avere un altro sguardo sulla Chiesa in questo paese. Ho potuto incontrare
l’arcivescovo di Ottawa Terrence Thomas Prendergast, Gesuita, degno successore
del primo vescovo della città, Guigues, Oblato; il vescovo Gilles Gazabon,
vescovo emerito oblato di Saint-Jérôme, che mi accolse nel primo viaggio in Canada
nel 1978 (allora era provinciale, in seguito divenne vicario generale della
Congregazione a Roma).
Il Nunzio, lungimirante |
Il vescovo Gilles Gazabon |
Ma, grazie al Nunzio, Luigi Bonazzi (che ho la fortuna di ritrovare nei
suoi spostamenti: Haiti, Cuba, Lituania e ora Canada), ho incontrato anche nuovi
gruppi carismatici, come la Fraternità
Monastica di Gerusalemme, a Montréal, i monaci e le monache nella città.
Una serata indimenticabile con un ricco scambio di doni spirituali. Tra l’altro
volevano conoscere qualcosa in più di Apa Pafnunzio, di cui hanno tradotto in
francese parecchi detti. «Poiché uno dei fatti più rivelanti del nostro tempo è
il fenomeno urbano delle megalopoli moderne – leggo nella loro regola di vita
–, una delle caratteristiche essenziali della tua vocazione monastica, oggi, è
di essere cittadina. (…) Nel cuore della città, con i tuoi fratelli e le tue
sorelle, la vocazione monastica ti fa dunque, fra tanti altro, testimone vivo
ed umile del Dio nascosto…»
Ho incontrato il Movimento
dei Focolari, fermento piccolo e umile, in questa grande società che sembra
aver smarrito il senso di Dio, della presenza di Gesù tra la sua gente.
Ho incontrato le Memores
Domini, non istituto secolare, non religiose, ma semplici laiche senza
voti, che pure vivono insieme, mettono in comune il loro stipendio, vivono nella
verginità, integrate nel lavoro della gente comune: una formula nuova e bella,
che vuole tenere viva nella società la Memoria del Signore. Sono nate quarant'anni fa e sono già 1700. Don Giussani ne è
il fondatore? A questa domanda una volta rispose: «Uno non può immaginare e
quindi pretendere una grazia. In questo senso non accetto la definizione di “fondatore”.
Il movimento per me è una grande grazia e i Memores Domini sono il
momento più acuto di questa grazia… Comunque è come un padre e una madre che
hanno dato la vita ad un figlio: rimangono padre e madre per tutta la vita, e
non c'è nessun divorzio possibile dalla carne del figlio». Allora non fondatore
ma padre… molto meglio così!
Ho incontrato alcuni preti che mi hanno ridato speranza con
le loro catechesi alle famiglia, genitori e figli insieme, con l’accoglienza di
coppie che convivono da anni e che sentono il desiderio di celebrare il
matrimonio cristiano, con l’accoglienza di uomini e donne che, adulti, chiedono
il battesimo o la cresima…
Tutti segni di quella Chiesa piccola e umile che, nello
stesso tempo, vede chiudersi una chiesa ogni 10 giorno e sbocciare nuove
vocazioni ad una vita evangelica sincera e piena di speranza.
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