«Fuori della Chiesa non c’è salvezza».
Quanta irritazione per questa affermazione che sembra escludere tanti dalla via
del cielo. Com’è possibile che chi non è nella Chiesa non si salvi? Ci si
ribella davanti a una proposizione che sembra tanto assurda e terribile. La
difficoltà viene dal fatto che non ci è chiaro cosa sia la Chiesa.
Prima di essere un’istituzione, la
Chiesa è semplicemente Cristo Gesù, presente e vivo nella nostra vita, nella
nostra storia. Dove è lui, il Salvatore, lì è il suo corpo, la sua Chiesa,
nostra salvezza. Dove lui non è, la Chiesa non è più, anche se ne rimangono le
strutture, svuotate della sua realtà.
È dunque vero che fuori della Chiesa non
c’è salvezza, a patto che si comprenda quali ne sono i confini. Per Giovanni,
secondo il brano del vangelo che leggiamo in questa 26a domenica, erano molto
angusti, limitati a quelli che seguivano Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». La risposta è limpida:
«Chi non è contro di noi è per noi».
Il settarismo è sempre in agguato
nell’opposizione dei “nostri” e degli “altri”, di “noi” e di “loro”. Il nostro
cerchio è naturalmente il detentore della salvezza! I confini della tua Chiesa
sono quelli raggiunti dal sangue versato da Cristo, sono i confini della
salvezza che egli ha operato.
È venuto per ogni uomo e vuole che ogni
uomo sia salvo. Ha dato la vita per tutti, perché tutti abbiano la vita. In
ogni persona, d’ogni tempo, d’ogni latitudine, d’ogni cultura e popolo, ha
deposto un germe di vita. Il suo amore ha raggiunto gli estremi confini della
terra. A tutti è arrivato, a tutti si è donato.
Quanto lavoro da compiere per dilatare i
nostri cuori sui confini di quello di Cristo, che non conosce confini.
Non potrò più considerare l’altro come
un estraneo, qualcuno “fuori” dall’ambito della sua presenza e salvezza. In
ogni cultura, in ogni religione, in ogni cuore dovrei saper riconoscere Gesù,
anche se più o meno nascosto. In punta di piedi davanti a ognuno, perché amato
da lui. E gioire e godere di tutto ciò che è bello, buono, giusto, da qualunque
parte sbocci, senza invidie, senza gelosie, perché tutto è tuo, tutto è nostro.
La pietra preziosa deposto in tanti
cuori è forse coperta di fango, nascosta, ma c’è. Sono io che non so vederla.
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