Ancora
sull’Aurelia. Questa volta, dopo venti minuti, svoltare a destra e imbroccare
via di Ceri (non con la é stretta dei ceri di cera, ma con la è larga di c’era).
E avanti tra pinete, campi appena arati, boschi di querce e lecci, la splendida
campagna romana ondulata. Non una macchina, non un’anima viva. Ma basta una
decina di chilometri per vedere ergersi, possente, una rupe di tufo con
su piantato un paesetto munito di alte mura turriti, una autentica rocca: è
appunto Ceri.
Lascio
la macchina in basso e salgo a piedi. La strada è scavata nel tufo su cui si innalzano, senza soluzione di continuità i muri delle case. È la prima volta che
penetro in questo borgo antico, che dagli Etruschi passò ai Romani, ai
Normanni, ai conti Anguillara, Orsini, Borromeo, Odescalchi, Torlonia. Ma che
veniva a fare tutta questa gente quassù, persa tra le campagne, alle porte di
Roma e nello stesso tempo in capo al mondo? Domando, alle poche persone sedute
sulla panchina del bar nella piazzetta principale (non ce n’è una secondaria!),
quanti sono gli abitanti: “74 anime”, rispondono con esattezza, mentre invece c’è
una certa incertezza sul numero dei gatti.
Entro
nella chiesa. Non posso credere ai miei occhi. Una parete interamente
affrescata con 20 storie dell’Antico Testamento. Torniamo indietro di mille anni e
siamo al tempo degli affreschi della basilica inferiore di san Clemente a Roma
e forse è la stessa bottega. Ma qui sono conservati infinitamente meglio di
quelli di Roma. Sono riapparsi, dopo secoli, soltanto una trentina di anni fa.
Sulla parete di fronte, distrutta dal bombardamenti di 36 giorni di assedio da
parte di Cesare Borgia, forse c’erano le storie del Nuovo Testamento.
Chi
può aver fatto dipingere questo ciclo di affreschi in un paesino sperduto del
Lazio? Non c’è una abbazia come a Farfa, non una cattedrale come ad Anagni.
Mistero. Ma lasciamo da parte la storia e godiamoci le “storie” della
creazione, dei patriarchi, di Mosè…
La
chiesa custodisce un altro tesoro, l’immagine della Madonna col Bambino, Nostra
Signora di Ceri, Madre di Misericordia. Sabato prossimo, primo sabato dopo l’8
settembre, se ne celebra la festa, Vale la pena andare… soprattutto alla
vigilia dell’anno della Misericordia.
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