L'aeroporto di Cotabato |
Nella luce limpida di prima mattina
Manila dischiude nel vasto orizzonte i mille grattacieli, sbocciati come funghi
nella notte. Ieri sera, dopo cena, ho visitato il campus dell’università dei
Gesuiti, dove è presente anche la facoltà di teologia dove studiano i nostri
Oblati. Sono spazi e parchi che in Italia non possiamo neppure immaginare. La
cappella universitaria è un’autentica cattedrale; l’ho trovata gremita di
centinaia di studenti… Ci siamo quindi diretti verso l’Università delle
Filippine, ma questa è una città nella città, estesa per chilometri e
chilometri in mezzo a boschi che non hanno fine, con una propria compagnia di
trasporti... Nella chiesa, per la messa della domenica sera, gli studenti sono
adunati a migliaia, tanto che molto di loro devono rimanere fuori, sotto la
pioggia, uno dei tanti segni della religiosità filippina. Un altro segno è una
libreria cattolica che ho scorto all’interno dell’aeroporto!
Dall’alto, volando verso Sud, le
Filippine fanno bella mostra del mare limpido, delle migliaia di isole piccole
e grandi, fino ai minuscoli atolli, mentre le impalpabili nubi bianchissime
decorano cielo terra e mare.
A Cotabato, nell’isola di Mindanao, a
metà strada tra Davao e Zambuanga, inizia la seconda parte della mia avventura
filippina.
L’aereo atterra in mezzo a coltivazioni
di palme di cocco, in un piccolo aeroporto. Ai piedi della scaletta dell’aereo
una carriola di ombrelli a disposizione dei passeggeri, per ripararsi dal sole
nel tragitto fino all’unica stanza dell’aeroporto.
Subito in città, che non ha più niente a
vedere con la grande Manila. Questa è una città di campagna, immersa nella
ricchissima vegetazione tropicale. Sono accolto all’università con tutti gli
onori, come un grande personaggio. Il pranzo non è quello spartano degli Oblati
di Manila, ma un autentico banchetto, con camerieri e camerieri impeccabili
(studenti), imbandito con frutte esotiche mai viste… Mi sembra di essere in un
paradiso terrestre. Peccato che non possa uscire dal campus, è troppo
pericoloso, mi occorrerebbe la scorta militare. Sono in un paradiso terrestre, ma dopo il peccato! Occorre vivere e
pregare perché Gesù non sia morto invano…
Nessun commento:
Posta un commento