sabato 26 maggio 2012

Anche nelle Filippine il sangue dei martiri


La tomba di Padre Jesus Rey
nel cimitero oblato di Cotabato

Ho ripreso la via del ritorno, più di trenta ora, tra voli e attese in aeroporto. Sono ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi, in compagnia di Padre Jesus Reynaldo Roda, uno dei nostri quattro martiri delle Filippine. Sto leggendo un libro su di lui, ricco di testimonianze e di suoi scritti. Un uomo semplice e profondo, che fin da ragazzo era deciso a dare interamente la sua vita a Gesù e alla sua gente. Ucciso da estremisti islamici il 15 gennaio 2008, nelle isole Tawi-Tawi, dove sono stati uccisi anche gli altri Oblati. Aveva già ricevuto minacce da parte di dissidenti islamici legati al gruppo Abu Sayyaf , ma aveva rifiutato la scorta. Aveva 55 anni e dopo essere stato missionario in Thailandia era da 10 anni sull’isola di Tabawan, guidando una piccola stazione missionaria, portando avanti l’attività pastorale per una comunità cattolica di una trentina di persone, gestendo programmi di istruzione e di dialogo interreligioso. Era anche Direttore della scuola Notre Dame di Tabawan, frequentato da bambini cristiani, musulmani e indigeni; per i musulmani vi aveva costruito una moschea.
Se ho trovato tanta vita in questi giorni è anche perché questa terra è fecondata dal sangue dei martiri.
Mi hanno colpito in modo particolare alcuni scritti di p. Jesus Reynaldo sul sacerdozio, forse perché domani, Pentecoste, è anche l’anniversario del mio sacerdozio. Tra l’altro scrive:
Signore Gesù, mi dono interamente a te perché so bene che il prete è un altro Cristo. Desidero che la mia vita sia interamente come la tua, a disposizione del Padre, per compiere la sua volontà anche se mi costasse la vita…

1 commento:

  1. é proprio suo sangue di martirio e di tutti coloro che lottano ogni giorno nelle missioni difficili che m'ispira ad avere questo senso profondo d'esser un' Oblato. -Sch. Rey Amancio, il suo omonimo.

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